LAURA DE BENEDETTI
Cronaca

Morto Matteo Laganà, il pittore dei Navigli: Milano piange l’artista e l’uomo

Per quasi mezzo secolo ha dipinto il volto bohemien di Milano, i suoi luoghi iconici, tra cui la zona dell’Alzaia dove aveva il suo atelier

Matteo Laganà, il pittore del Naviglio Grande, è mancato a 78 anni

Milano, 17 aprile 2024 – “Matteo Laganà ci ha lasciati ieri: ispirato da ciò che ha circondato la sua esistenza in cui tutto vibrava, dal mare che lo ha visto nascere, ai Navigli dove ha accolto migliaia di persone, mostrando le sue opere”. Con una nota sono i familiari stessi dell’artista, insieme all’associazione Le Sempiterne, a dare notizia della scomparsa a 78 anni dell’artista simbolo di una Milano dai tratti bohemien che è andata scomparendo.

Il Gruppo Pittori del Naviglio Grande

Laganà, classe ‘46, è stato presidente del “Gruppo Pittori del Naviglio Grande” il luogo di Milano dove lui, di origini calabresi, ha vissuto 43 anni.   Sull’Alzaia del Naviglio Grande aveva il suo atelier, luogo che ha dovuto lasciare nel 2020, come molti altri artisti prima di lui: con loro ha rappresentato un’epoca, quando appunto la zona dei Navigli era un po’ la Montmatre milanese, il luogo espressivo per eccellenze e di ritrovo degli artisti, fino a quando pian piano la zona è diventata simbolo della ‘Milano da bere’ e gli artisti a poco a poco sono stati sfrattati per lasciare il posto alla ‘movida’. 

Laganà, cavaliere della Repubblica

Laganà, ricorda la nota diffusa dalla famiglia, era “innamorato delle acque, tanto da scegliere la seconda casa sul Mar Ligure e lo studio sui Navigli milanesi, si è ispirato agli elementi di natura. Insignito del titolo di Cavaliere della Repubblica a Roma il 2 giugno 1986, Matteo raffigura la dimensione delle realtà milanesi: Milano è la metropoli dal grande cuore pulsante, energia che ruota intorno alla cattedrale alchemica, il Duomo, e ai suoi luoghi di preghiera. La forza della città è la sua gente, generosa, aperta, solare, caratteristiche che la famiglia Laganà ben rappresenta, pur avendo radici calabresi. Matteo Laganà ha vissuto vissuto appieno la Milano eterna, viva, stupenda, quella che riesce a donare sensazioni intime, quella stella che, da grande carismatica internazionale si sa trasformare in una piccola scintilla serena e immacolata. Laganà assorbe e rielabora queste magiche atmosfere e le ridona, rendendole uniche con la grazia preziosa del suo tratto pittorico. Nel corso della sua vita ha ricoperto anche il ruolo di Presidente dell'associazione del Naviglio Grande, un punto di riferimento per la valorizzazione territoriale della metropoli lombarda”.

Immagini e cuore di Milano

Nei suoi dipinti, dal tratto impressionista, ci sono l’immagine e il cuore di Milano, dai tramonti sui canali, ai viali in cui transita l’iconìco tram meneghino, dal Duomo al Castello Sforzesco, ritratti nel verde o con la neve, ma anche cortili, botteghe, quartieri illuminati al calare della sera. La sua produzione, però, ha riguardato anche altre realtà lombarde e non solo: in molte opere Laganà ha catturato l’infrangersi delle onde: “Le città d'acqua italiane sono sue due grandi fonti d'ispirazione, da Milano alla Serenissima Venezia, ricreando un ponte tra queste realtà – prosegue la nota -. Negli ultimi anni con la figlia Marika è entrato a fare parte dell' associazione culturale Le Sempiterne The Everlasting People con la quale lo scorso anno ha esposto sul Lago Maggiore, a Palazzo Verbania e a Villa Porta di Luino, e, a febbraio, in occasione del Festival della Canzone Italiana, a Sanremo al Grand Hotel et Des Anglais dove tuttora sono esposte alcune opere. L' arte di Matteo Laganà ha portato un'impronta italiana nel mondo, con esposizioni e installazioni, anche private, nel luganese, nella Confederazione Elvetica, nella sua Milano, al Palazzo dell' Arengario, al Museo della Scienza e della Tecnica di Milano, da Cova in via Montenapoleone, a Roma al Palazzo delle Esposizioni; all'estero, Laganà ha esposto dall'Atrium Fashion Hotel a Budapest a prestigiose gallerie d'arte a Parigi, Monaco di Baviera, in prestigiose dimore come Villa Marazzi e Villa Foscolo”.

Archivio di arte e storia

La sua arte è stata fruibile in vicolo dei Lavandai, proprio di fronte a quel monumento storico che è il lavatoio dove ha condiviso l'atelier con le figlie Marika e Sabrina, che, con la mamma lo ricordano così: "Con lui ci lascia un archivio importante di arte e di storia della vecchia Milano, che rimarrà indelebile sia nella mente di chi lo ha sempre stimato sia nel cuore di chi lo ha amato come la sua famiglia".