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Elezioni a Milano, Salvini: "Meno salotti e più sicurezza"

Intervista al segretario della Lega Nord Matteo Salvini di MASSIMILIANO MINGOIA

Matteo Salvini e Silvio Berlusconi

Matteo Salvini e Silvio Berlusconi

Milano, 16 febbraio 2016 - Matteo Salvini, segretario della Lega, lei venerdì ha incontrato Stefano Parisi. Che impressione le ha fatto? È il candidato giusto per battere Giuseppe Sala alle elezioni comunali milanesi?

«Parisi è competente, conosce Milano, non solo quella dei salotti in cui va forte Sala. È motivato, preparato. Mi ha detto “siamo qui per vincere’’. Qualcuno a sinistra lo critica perché è nato a Roma? Ma come, non sono proprio loro “i cittadini del mondo’’? Parisi vive e pensa da milanese ormai da anni. Per quanto mi riguarda è più milanese di Sala».

Sala ha detto che «se Parisi lascia carta bianca a Salvini allora io e lui siamo lontani anni luce». Cosa risponde?

«Per fortuna che siamo lontani anni luce da Sala. Se il modello sicurezza del candidato del centrosinistra è quello di Pisapia, i numeri sono fallimentari su campi rom e occupazioni abusive delle case popolari. Ma non solo. A Milano i tremila vigili urbani fanno solo multe. Io, invece, da ipotetico assessore alla Sicurezza, ai tremila ghisa restituirei il loro compito: controllare stazioni, autobus, periferie».

Con Parisi ha «prenotato» l’assessorato alla Sicurezza?

«No, abbiamo parlato delle incompiute di questi cinque anni».

Quali incompiute?

«L’Ortomercato cade a pezzi. Il carcere di San Vittore va trasferito. Gli ex scali ferroviari sono abbandonati e Pisapia non è riuscito a fare nulla. L’Area C non è servita. Discorsi da approfondire».

Quando?

«Io e Parisi ci incontremo ancora giovedì insieme ai consiglieri comunali e di Zona della Lega».

Parisi, intanto, è riuscito a fare alleare la Lega e il Ncd. Un piccolo «miracolo»?

«No, guardi, ho detto a Parisi che il simbolo del Ncd se lo deve tener stretto Alfano. Se ci sarà una lista civica di area popolare, invece, è la benvenuta».

Favorevole o contrario alla lista civica del sindaco?

«Favorevole, se coinvolge persone che sono esterne ai partiti».

Sulla lista civica del candidato, Forza Italia frena per il timore di perdere voti.

«Io non so se la Lega guadagnerà o perderà un voto a causa della lista Parisi. A me interessa vincere. Milano è ferma e va rilanciata».

Parisi, Sala e Passera. In campo solo manager. La politica a Milano ha abdicato?

«Il consenso e la presenza nei quartieri li portano i partiti e i candidati per il Consiglio comunale. Il portabandiera è esterno ai partiti, ma il progetto è politico. Io sarò capolista della Lega. Porterò Parisi nelle periferie sedotte e abbandonate da Pisapia ma anche nell’ufficio della Polizia locale di viale Friuli dove i cittadini ci mettono cinque ore per pagare una multa. Una follia».

Da Milano a Roma. Il centrodestra ha scelto Guido Bertolaso ma lei era perplesso su quel nome a causa dei procedimenti giudiziari a carico dell’ex capo della Protezione civile. Ha cambiato idea?

«Conosco un certo tipo di giustizia a orologeria. Non vorrei che in campagna elettorale la sinistra usi queste vicende per colpire il nostro candidato. Detto questo, Bertolaso è persona valida e si dice innocente. Gli credo».

Silvio Berlusconi ha ripreso in mano il pallino del centrodestra con la scelta di Parisi e Bertolaso?

«A me interessa conquistare e cambiare le città che andranno al voto, non le bandierine. L’importante è che il progetto sia condiviso da tutta la coalizione».

Il Governo, intanto, ha presentato un disegno di legge sulla modifica dei criteri per accedere alle pensioni di reversibilità. La Lega voterà sì o no?

«No. I dubbi su questo disegno di legge non ce li ho solo io, ma mezzo Pd e i sindacati. Evidentemente è un furto. Stanno cercando di raccattare soldi. Ma c’è una cosa ancor più incredibile in questa vicenda».

Quale?

«Il Parlamento sta votando una legge che prevede le pensioni di reversibilità per le coppie gay. Non vorrei che siano i vedovi e le vedove a dover pagare la reversibilità alle coppie gay».

Lei domenica ha detto: «La magistratura è una schifezza». La Procura di Torino ha aperto una indagine. Si è pentito?

«Se serve a svegliare qualcuno, che indaghino. Dico: una parte della magistratura, quella antimafia, merita un monumento. Un’altra parte fa politica. Spero che prevalga la parte buona».