Milano, 15 aprile 2016 - La Regione Lombardia, parte civile nel processo milanese a carico di Roberto Formigoni e di altre nove persone sul caso Maugeri, ha chiesto, attraverso il suo legale, l'avvocato Domenico Aiello, una provvisionale di risarcimento danni di 5 milioni e 619 mila euro a carico dell'ex governatore lombardo imputato per associazione per delinquere e corruzione.
Stando all'accusa ipotizzata dai pm Laura Pedio e Antonio Pastore, l'ex governatore lombardo avrebbe favorito la Fondazione Maugeri di Pavia e l'ospedale San Raffaele di Milano con 200 milioni di euro di rimborsi per prestazioni sanitarie non tariffabili grazie ad alcune delibere approvate ad hoc dalla giunta regionale lombarda. Dalle casse dei due ospedali sarebbero poi stati distratti circa 70 milioni di euro (precisamente 61 dalla Maugeri e 9 dal San Raffaele) da altri due imputati particolarmente vicini all'ex governatore: il faccendiere Pierangelo Daccò (già condannato a 9 anni per il crac del San Raffaele) e l'ex assessore alla sanità Antonio Simone. Soldi in parte serviti, sempre secondo l'accusa, a ricompensare lo stesso Formigoni con vacanze di lusso ai Caraibi, cene in ristoranti stellati, yacht messi a sua completa disposizione, finanziamenti per meeting di Cl e altri "benefit" per un valore complessivo di 8 milioni di euro. "Queste condotte - ha detto l'avvocato Aiello in aula - hanno provocato un danno di immagine per il sistema sanitario della Regione Lombardia che comunque era e resta un eccellenza".
Secondo il legale della Regione Lombardia, sul sistema corruttivo "ci sono riscontri processuali" come alcune sentenze di patteggiamento (a partire da quella di Umberto Maugeri, l'ex presidente dell'omonima Fondazione pavese che aveva già patteggiato 3 anni e 4 mesi di reclusione e pagato un risarcimento ai fini della confisca di 2 milioni e 850 mila euro) e la condanna di Pierangelo Daccò per la bancarotta del San Raffaele. L'ex governatore lombardo, attuale senatore di Ncd, rischia 9 anni di carcere: a tanto ammonta la richiesta di condanna presentata per lui dai pm Pedio e Pastore. Secondo l'avvocato Aiello, è lui che deve risarcire la Regione Lombardia per effetto del suo ruolo di "pubblico ufficiale". Il legale della Regione Lombardia ha chiesto il sequestro conservativo sulle somme già poste sotto sequestro preventivo "affinché parte di quel denaro sia reintegrato nel servizio sanitario pubblico". Tra le parti civili del processo anche l'Agenzia delle Entrante che, con l'avvocato dello Stato Gabriella Vanadia, ha chiesto a tre imputati (i presunti collettori delle tangenti Daccò e Simone e l'ex direttore finanziario della Maugeri, Costantino Passerino) il pagamento di una provvisionale di 3,5 milioni di euro per danni patrimoniali e di immagine.
FORMIGONI: "POSIZIONE REGIONE E' IRRAZIONALE" - "La ragionevolezza non abita più a Palazzo Lombardia", ha detto Roberto Formigoni, che considera "illogiche e irrazionali le conclusioni della Regione Lombardia", che, parte civile al suo processo, ha chiesto una provvisionale di risarcimento danni di 5,6 milioni. L'ex governatore ha affermato che l'attuale Giunta "da una parte non può che contraddire le affermazioni dei pm, rivendicando a denti stretti l'eccellenza della sanità lombarda", ma "dall'altra fa proprie acriticamente alcune delle accuse". Nel processo Maugeri, secondo una nota di Formigoni, la Regione Lombardia guidata attualmente da Roberto Maroni "da una parte non può che contraddire le affermazioni dei pm, rivendicando a denti stretti l'eccellenza della sanità lombarda: eccellenza integralmente ereditata dalle mie Giunte, e oggi invero un pò appannata stando agli ultimi dati del ministero e degli osservatori specializzati". "La Regione Lombardia - ha proseguito il senatore di Ap - non può dunque che difendere la piena legittimità delle procedure e degli atti delle mie Giunte, anche perché l'attuale Giunta le ha conservate tutte, compresi gli stanziamenti per la Maugeri che sono anche percentualmente aumentati". "Dall'altra parte - ha concluso Formigoni - la Regione Lombardia fa proprie acriticamente alcune delle accuse dei Pm, dando per certo quello che è ancora oggetto di dibattimento e che non è stato né dimostrato né giudicato".