MILANO – Correva l’anno 1983 quando l’ingegnere Maurizio Milan e l’architetto Renzo Piano si incontrarono, dando il via a una collaborazione lunga più di 40 anni. Un incontro “che ha cambiato la vita”, firmando insieme progetti come lo stadio San Nicola di Bari, la basilica di San Pio, l’ospedale di Emergeny in Uganda e, a Milano, il campus del Politecnico in Bovisa. Opere che hanno cambiato il volto di quartieri e città raccontati da Milan nel libro “Affinità strutturali-Una vita tra progetti e cantieri con Renzo Piano“ (Bompiani) che verrà presentato oggi, alle 18.30, alla Fonderia Napoleonica Eugenia. Uno sguardo sul mondo dell’architettura e dell’ingegneria, “un invito a esplorare l’animo pulsante di due geni creativi che hanno lasciato un’impronta indelebile”.
Milan, come è avvenuto l’incontro con Renzo Piano?
“Un amico e committente, nel 1983, mi ha detto che Renzo Piano aveva bisogno di un consulente. Ci siamo incontrati a Milano, nell’ufficio del professor Gianfranco Dioguardi, e ho iniziato a collaborare con lui occupandomi della parte ingegneristica e strutturale. Abbiamo lavorato sulla rappresentazione del “Prometeo“ di Luigi Nono a Venezia. È andato tutto nel migliore dei modi, fino a quando i pannelli sono caduti nella laguna una settimana prima della rappresentazione. Galleggiavano davanti alla basilica di San Marco. Abbiamo lavorato giorno e notte per ricostruirli, e alla fine ce l’abbiamo fatta. In 40 anni abbiamo lavorato insieme a oltre 30 progetti”.
A quali è rimasto più affezionato?
“Ognuno ha una caratteristica forte che lo distingue. Penso ad esempio alla chiesa di San Pio: costruire un edificio in pietra di quelle dimensioni in una zona sismica è stata una scommessa straordinaria. Oppure l’ospedale di Emergency in Uganda, voluto da Gino Strada. Un ospedale straordinariamente bello e all’avanguardia, costruito utilizzando la terra. Una nota dolente, invece, è l’ospedale per trapianti di alto livello vicino a Palermo, che è rimasto nel limbo: il progetto esecutivo è stato consegnato, ma non sono stati ancora avviati i lavori. Renzo Piano è in grado di dare risposte straordinarie, con una visione dello spazio incredibile, pur conservando un grande senso della realtà. Lavorare con lui è una sfida professionale, perché pretende molto, ma è anche un grande piacere”.
Su Milano avete firmato la “Goccia“, il campus del Poli in Bovisa. Che cosa significa questo progetto per la città?
“È un progetto importante e finalmente l’opera si sta avviando. Trasformerà il quartiere, convogliando l’energia che arriva dal Politecnico. Lo chiamano campus ma in realtà è un “supercampus“ con centri di ricerca, spazi per aziende e startup. Un nuovo punto di riferimento per la filiera della conoscenza e dell’innovazione”.
Quale fase sta vivendo, dal suo punto di vista, la città di Milano?
“É una città incredibile, che nell’arco di 20 anni ha vissuto una intensa trasformazione. Una città che ha bisogno di residenze per i suoi abitanti. Per Renzo Piano un tema fondamentale è sempre stato il recupero delle periferie. Ci siamo accorti girando per quartieri di Milano, come Lorenteggio, che bastano scintille, piccoli inneschi, per avviare una riqualificazione. Bisogna dare fiducia e sicurezza alle persone, servono scintille per quartieri lasciati ai margini”.
Un’evoluzione fatta di luci e ombre: la Procura ha avviato una serie di inchieste su progetti di rigenerazione urbana. Qual è la sua valutazione, da professionista del settore, sul salva Milano?
“Norme troppo restrittive bloccano lo sviluppo mentre al contrario procedure troppo rilassate consentono interventi fuori luogo rispetto ai principi di sostenibilità. Per questo è necessaria una via di mezzo che tuteli gli interessi di tutti e ritengo corretto un chiarimento su metodi e procedure”.
I prezzi degli immobili hanno raggiunto livelli record. Ci sarà un assestamento?
“Sono convinto che i prezzi delle case a Milano si assesteranno: si deve raggiungere un equilibrio fra gli stipendi delle persone e il costo della vita. In Italia c’è ancora un attaccamento alla casa di proprietà, ed è giusto che le persone possano acquistarla con i mezzi che hanno”.