Milano, 23 marzo 2024 – Il grande pianista e direttore d’orchestra Maurizio Pollini è morto a 82 anni. Il musicista era malato da tempo e per motivi di salute aveva cancellato gli ultimi concerti in programma. Lascia moglie Marilisa e il figlio Daniele. La camera ardente verrà allestita nel teatro alla Scala.
La camera ardente sarà aperta martedì 26 marzo dalle 10 alle 14 al teatro alla Scala. I funerali, invece, si svolgeranno invece in forma privata.
Il concorso Chopin
Pollini è nato a Milano nel 1942. Figlio del grande architetto Gino Pollini (collaboratore storico di Giò Ponti, ideatore tra gli altri del quartiere Harar di San Siro) e di Renata Melotti (sorella dello scultore Fausto Melotti), Maurizio Pollini è stato un enfant prodige della musica. Nel 1960, a 18 anni si aggiudica – unico italiano ad esserci mai riuscito – il primo premio al Concorso pianistico internazionale Fryderyk Chopin, uno dei più antichi e importanti concorsi pianistici del mondo, strappando le lodi di Arthur Rubinstein, membro della giuria.
Protagonista internazionale
Allievo di Carlo Lonati e Giorgio Vidusso – racconta la Scala nel lungo messaggio di addio al maestro, che ne ripercorre la straordinaria carriera – protagonista assoluto della scena concertistica internazionale Pollini è stato un interprete capace di rivoluzionare la percezione di autori come Chopin, Debussy e lo stesso Beethoven e promuovere con infaticabile dedizione l'ascolto delle avanguardie storiche, sopra a tutti Schönberg, e della musica d'oggi.
Il debutto a 16 anni
Accanto alla sua grandezza di strumentista resta fondamentale la sua testimonianza sul ruolo stesso della musica, intesa come componente essenziale della cultura e della vita civile e come strumento di trasformazione della società. Dal debutto alla Scala l'11 ottobre 1958 (a soli 16 anni è protagonista della prima esecuzione assoluta della "Fantasia per pianoforte e strumenti a corda" di Giorgio Federico Ghedini, sotto la direzione di Thomas Schippers) all'ultimo recital il 13 febbraio 2023 Pollini ha suonato alla Scala 168 volte, cui si aggiungono gli incontri con gli studenti e le partecipazioni a giurie e convegni.
La collaborazione con Abbado
Dopo i primi concerti diretti da Thomas Schippers e Sergiu Celibidache, con la serata del 23 ottobre 1969 prende avvio la collaborazione con Claudio Abbado, destinata a segnare la storia dell'interpretazione ma anche la storia culturale della città di Milano. Il comune impegno per allargare il repertorio, in particolare alla seconda scuola di Vienna e alla nuova musica si coniuga a un eguale impegno ad allargare le platee in linea con l'impostazione di Paolo Grassi, che in quegli anni sviluppava nuove politiche per coinvolgere tutta la città nelle attività del Teatro. Fondamentali anche le collaborazioni con Riccardo Muti e poi con Daniel Barenboim e Riccardo Chailly, ma nel corso dei decenni si ricordano anche concerti con Carlo Maria Giulini, Pierre Boulez e Zubin Mehta.
Le grandi orchestre
Al rapporto costruito negli anni con i musicisti scaligeri, sia in veste di Orchestra della Scala sia soprattutto in veste di Filarmonica, si aggiungono le apparizioni con grandi orchestre come i Wiener Philharmoniker (con Abbado) e il Gewandhausorchester di Lipsia (con Chailly) e numerose compagini dedicate alla musica d'oggi, in particolare nei "Cicli Pollini" promossi da Stéphane Lissner: l'Ensemble Intercontemporain, il Klangforum Wien, la Musikfabrik Köln, l'Experimentalstudio SWR.
Il concerto annuale
Nel campo della musica da camera lo ricordiamo in particolare accanto a Salvatore Accardo, Toby Hoffmann, Margaret Batjer e Rocco Filippini. Ma al centro dell'ininterrotta presenza scaligera di Maurizio Pollini ci sono soprattutto i recital: dallo storico ciclo con le 32 sonate di Beethoven nel 1995 al sempre attesissimo concerto annuale in cui ricorrevano le stelle fisse del suo universo musicale: oltre ad alcune occasioni bachiane, Beethoven, Brahms, Chopin, Debussy, Schönberg, e Nono.