
I cani Max e Berla con la professoressa Gismondo e il colonnello De Luca
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Milano - Hanno annusato per mesi, addestrati con pazienza e determinazione dai loro conduttori, il maresciallo Bassetti e l’appuntato Perez. Prima hanno imparato a fiutare il Covid dalle provette a chiusura ermetica con le garze imbevute del sudore dei ricoverati che si sono offerti volontari. Poi sono passati al livello successivo, quello che prevedeva che il loro olfatto iper sensibile escludesse gli altri odori "ambientali", da quello della plastica del contenitore a quello dei dispositivi di protezione individuale indossati da chi li circondava. Superati i primi due step, Max e Berla, pastori tedeschi del Centro cinofili carabinieri di Firenze, si sono concentrati sul "lavoro" più importante: distinguere i positivi dai negativi tra i pazienti in attesa del tampone nell’hub al Padiglione 62 dell’ospedale Sacco.
"In un’occasione sono riusciti a identificare un contagiato prima che venisse sottoposto al test", ricorda la professoressa Maria Rita Gismondo, direttrice del Laboratorio di microbiologia clinica, virologia e diagnostica delle bioemergenze del centro clinico di Roserio. Gli incoraggianti risultati (Max ha totalizzato 80 segnalazioni corrette su 90 casi totali, Berla 71 su 108) del protocollo di collaborazione siglato ad aprile da Università Statale e Comando interregionale Pastrengo sono stati presentati ieri nella caserma Ugolini di via Moscova: da quanto emerso, le prove andranno avanti almeno fino al febbraio 2022, anche se almeno uno dei due animali, a detta di Gismondo, è già pronto a entrare in azione, magari in un aeroporto (come accade da settembre nello scalo di Miami, in Florida) o davanti agli ingressi di luoghi affollati come discoteche e stadi. Presto per dirlo.
Intanto la sperimentazione, l’unica finora in Europa ad aver raggiunto una fase così avanzata (che in gergo anticipa "il potenziale scenario reale" di utilizzo), ha già attirato l’attenzione dell’Emirato di Dubai, che ha inviato a Milano alcuni ufficiali di polizia per prendere informazioni e assistere all’addestramento di Max e Berla. Come si legge in una nota, gli esiti del progetto pilota ("Nato da zero", rivendica orgoglioso il colonnello Carlo Alberto Minniti della Direzione veterinaria) verranno consegnati al Comando generale dell’Arma "per le valutazioni che riterrà di sviluppare con gli organi istituzionali centrali, in funzione delle esigenze di sicurezza dei cittadini". In attesa della futura chiamata, i due pastori tedeschi, mai utilizzati in precedenza per nessuna delle dodici specialità previste (dalle bonifiche anti-esplosivo alla ricerca di persone scomparse) e già ribattezzati "cani anti-Covid", continueranno a dare la caccia al virus.