NICOLA PALMA
Cronaca

Milano, lascia la maxi eredità da 270mila euro al Comune “per aiutare i bisognosi”

Prima di morire, I.L.M. non ha indicato un ente preciso nel testamento. Il denaro va a Palazzo Marino. "Li useremo per i soggetti in difficoltà"

Code al Pane Quotidiano per i pacchi alimentari gratuiti, segno della povertà a Milano

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Quanto sulla Banca Generali è destinato in beneficenza sotto la supervisione della signora P.G.".  Così ha deciso la signora I.L.M., deceduta il 12 novembre 2022. Il 20 febbraio 2023, emerge ora da una delibera di Giunta, è stato pubblicato il suo testamento olografo, datato 25 settembre 2022, che dispone che tutti gli averi della donna sia destinati ad aiutare i bisognosi.

L’eredità, tra conto corrente e ricavato da vendita di titolo di credito e obbligazioni, ammonta a circa 270mila euro. Una cifra che ora dovrà gestire Palazzo Marino, o meglio la direzione Welfare e Salute, che, nel pieno rispetto delle ultime volontà della donatrice, ha già messo nero su bianco nel provvedimento che l’intera somma sarà spesa per la "predisposizione di interventi volti al supporto dei soggetti in difficoltà residenti nel territorio comunale".

Perché i soldi sono finiti nelle casse di piazza Scala? È previsto dall’articolo 630 del Codice civile, che recita: "Le disposizioni a favore dei poveri e altre simili, espresse genericamente, senza che si determini l’uso o il pubblico istituto a cui beneficio sono fatte, s’intendono fatte in favore dei poveri del luogo in cui il testatore aveva il domicilio al momento della morte, e i beni sono devoluti all’ente comunale di assistenza".

Non è certo la prima volta che un milanese decide di devolvere tutto ciò che ha posseduto in vita al Comune o ad altri enti pubblici. Circa un anno dopo la morte di I.L.M., è venuta a mancare la signora S.V., scomparsa il 4 novembre 2023: la donna, senza eredi, ha fatto inserire nel testamento la volontà di lasciare "al canile comunale di Milano un importo pari al 90 per cento delle somme (liquide e investimenti di qualsiasi natura) esistenti presso gli istituti di credito alla data del mio decesso".

La cifra completa, pari a 328.352 euro, sarà destinata interamente alla struttura di via Aquila, che ospita attualmente 150 cani. Non sempre, però, le cose sono così lineari. Capita che un lascito diventi oggetto di contese legali e battaglie in Tribunale per rivendicarne la proprietà. È il caso dell’eredità di una signora deceduta alla fine del 2019, che in un testamento olografo ha disposto di lasciare sì 200mila euro all’esecutore testamentario e un appartamento al figlio di quest’ultimo, ma anche 900mila euro da dividere in parti uguali al canile municipale, alla Fondazione italiana per la ricerca sul cancro, all’Opera San Francesco e alla Lega del Filo d’oro.

Qualche mese dopo, però, è spuntato un secondo testamento con volontà diverse rispetto al primo: in particolare, in quel documento si parlava di un’unica erede, vale a dire la donna che ha accudito la persona deceduta negli ultimi anni della sua esistenza. A quel punto, il legale di una delle associazioni benefiche ha chiesto lumi all’esecutore testamentario, che ha fatto riferimento allo stretto rapporto tra le due donne e ha manifestato l’intenzione di voler eseguire le volontà inserite nel secondo testamento, lasciando inalterata, secondo il Comune, la parte del primo a vantaggio dell’esecutore e del figlio. A quel punto, i quattro beneficiari originari hanno deciso di affidare a Palazzo Marino il compito di individuare un esperto in grafologia per una perizia sulle carte a disposizione, al fine di intercettare elementi in grado di verificare l’autenticità del secondo testamento.