REDAZIONE MILANO

Mazzette Atm, verso il processo ordinario

Respinto il rito immediato per 13 indagati. I 5 ai domiciliari senza decreto che dispone il giudizio potrebbero tornare liberi

Il gip Roberto Crepaldi ha rigettato la richiesta di giudizio immediato del pm Giovanni Polizzi per i 13 indagati nell’ambito dell’indagine sul "sistema" di mazzette e appalti truccati per i lavori sulle linee della metro. Il giudice ha respinto perché è modificato il capo di imputazione rispetto a quello delle misure cautelari eseguite lo scorso 23 giugno, attualmente solo in 5, tra cui Paolo Bellini, il funzionario sospeso di Atm e dominus del sistema, sono ai domiciliari. I termini per chi è destinatario della custodia cautelare scadono il 22 dicembre con l’effetto che da quel giorno pure loro ritornano liberi. Tra gli indagati ci sono anche Domenico Benedetto e Sergio Vitale, rispettivamente responsabile commerciale e amministratore della Ivm, società che eseguiva lavori in appalto per Atm e di cui sarebbe stato "socio occulto" lo stesso Bellini. E poi Piergiorgio Colombo, ex amministratore della Gilc impianti srl e Camillo Gallizioli, all’epoca dei fatti manager di Siemens. Se entro martedì prossimo per i cinque non interviene il decreto che dispone il giudizio anch’essi, dunque ritorneranno in libertà come i loro sette coimputati per i quali, già da qualche tempo e per motivi diversi, sono scaduti i termini di custodia.

Un’altra delle ragioni per cui è stata rigettata la richiesta di immediato è il fatto che in due capi di imputazione, quelli relativi alla maxi gara del marzo 2019 da oltre 100 milioni di euro per il nuovo segnalamento per la linea verde, sono stati contestati nuovi episodi di corruzione e turbativa d’asta emersi durante l’incidente probatorio chiesto dal pm e andato avanti per qualche settimana a più riprese. L’ istanza di immediato respinta riguardava, tra gli altri, anche Stefano Crippa, dipendente (sospeso) dell’Azienda Trasporti Milanesi e stretto collaboratore di Bellini, Carmine D’Apice, dipendente di Engineering Informatica, Federico Carpita e Paolo Alberti, rispettivamente ex sales manager di Alstom Ferroviaria e manager (sospeso) sempre di Alstom.

A quest’ultimo, secondo le indagini del pm i Polizzi e della Gdf e nelle quali l’Azienda milanese è parte offesa, Bellini avrebbe consegnato una "pen drive contenente documentazione" sulla stessa maxi gara da oltre 100 milioni. Nel palazzo di giustizia in molti si ricordano solo di un rigetto di immediato che risale al 2004: quello per 29 persone fisiche e tre persone giuridiche indagate in un filone dell’indagine per il crac della Parmalat.

Anna Giorgi