NICOLA PALMA
Cronaca

Medardo Rosso, guerra legale su Ecce Puer

Il Ministero blocca la libera circolazione della scultura, ma il nuovo proprietario vince al Tar. ll gesso originale alla Gam di via Palestro

Lo scultore Medardo Rosso

di Nicola Palma

È stata la star assoluta dell’ultima Miart, la fiera di arte contemporanea e design che si è svolta dal 5 al 7 aprile dello scorso anno. Un esemplare in cera nera datato 1918-1920 di Ecce Puer, la celebre opera di Medardo Rosso (il cui gesso originale è custodito alla Galleria d’Arte moderna di via Palestro) che ritrae il volto di un bambino che sbuca da una tenda durante una festa e resta a bocca aperta. Ora sul capolavoro dell’esponente dell’impressionismo italiano è in corso una guerra legale che nei giorni scorsi ha vissuto il primo decisivo snodo: il Tar del Lazio ha accolto il ricorso del proprietario, F.F., italiano residente a Londra, annullando il decreto del Ministero dei Beni culturali che a febbraio avevano dichiarato l’opera "di interesse artistico e storico particolarmente importante", bloccandone di fatto la compravendita.

Ecco l’antefatto. Il 19 febbraio 2019, il vecchio proprietario della scultura, depositata presso la Galleria Russo di Roma, presenta un’istanza al Mibact per il rilascio dell’attestato di libera circolazione di Ecce Puer. Tuttavia, il placet viene negato. Anzi, la Sovrintendenza di Genova, sulla base della relazione storico-artistica redatta dalla commissione dell’Ufficio esportazione del capoluogo ligure, avvia il procedimento di acquisto coattivo dell’opera. A quel punto, il proprietario – che non sarebbe stato a conoscenza del preavviso di diniego inviato per raccomandata nella sua dimora statunitense – blocca tutto. Con un duplice obiettivo: fermare l’iter messo in moto dalla Sovrintendenza e cedere l’opera a F.F.

Proprio agli errori di notifica dell’atto amministrativo da una parte all’altra dell’Atlantico si è appellato F.F. per ottenere dal Tar lo stop al decreto. Non solo: il ricorrente ha fatto anche presente che il Ministero "avrebbe dichiarato di interesse artistico e storico particolarmente importante la scultura del Medardo Rosso, Ecce Puer, sulla base di atti istruttori contraddittori". In particolare, è stata sottolineata l’incongruenza tra quanto scritto nel report della Direzione generale Archeologia, belle arti e paesaggio e quanto messo nero su bianco dai tecnici dell’Ufficio esportazione: nel primo caso, si parla di un’opera che "non apparterebbe alla collezione Sforni (collezionista-mecenate fiorentino di inizio Novecento che commissionò a Rosso un esemplare in cera nera negli anni 1914-1917, ndr), di cui "non esisterebbero altre versioni repertoriate dai professori Mola e Vitucci nel catalogo dedicato all’artista" e che, infine, "non coinciderebbe con quella che l’autore trasse dal modello in gesso originale, ubicato nella Galleria d’arte moderna di Milano"; nel secondo caso, si sostiene invece, recependo il parere istruttorio della Galleria nazionale d’arte moderna e contemporanea di Roma, che l’esemplare di Ecce Puer della Galleria Russo corrisponda a quello della collezione Sforni.

Tanto basta a F.F. per sostenere che il decreto del Mibact sia viziato. Una tesi condivisa dai giudici del Tar, che hanno messo in evidenza la lacunosità del documento (tra condizionali e formule dubitative) e il deficit istruttorio che ne sta alla base. In sostanza, l’opera è stata dichiarata di interesse non rispettando i parametri imposti dalla legge, che vanno al di là di un generico "alto livello qualitativo". Tradotto: tutto annullato.