REDAZIONE MILANO

"Medici di base a Milano, ok del ministro al progetto Moratti"

La carenza di medici di base in Lombardia è una malattia cronica: Letizia Moratti incontra il Ministro della Salute per arginarla, con un nuovo accordo e un monitoraggio più approfondito.

Una malattia cronica – ed endemica – dell’Italia. Così si potrebbe definire la carenza di medici di base, che, anche in Lombardia, causa sovraffollamenti negli studi e ritardi nelle visite. Per contribuire ad arginarla, durante la giornata di ieri, Letizia Moratti ha incontrato il ministro della Salute, Orazio Schillaci.

Dopo il colloquio, svoltosi a Roma, la Moratti ha affermato di aver "registrato la disponibilità del ministro a lavorare nel solco della proposta, formulata e condivisa con il precedente Governo, di definire un nuovo accordo con i medici di medicina generale, per fronteggiare la loro carenza". L’ex sindaco di Milano, già vicepresidente della Regione con delega al Welfare, ha poi ringraziato Schillaci per l’impegno a "formulare una proposta da sottoporre al Consiglio dei Ministri". Lo stesso ministro ha anche affermato di voler avviare "un più approfondito e puntuale monitoraggio dei dati" e una migliore gestione delle liste d’attesa.

Dati alla mano, la situazione non è rosea. Secondo l’ultima stima della Fondazione Gimbe, la Lombardia presenta il “debito medico” più alto di tutte le regioni italiane. Qui, a fronte di un rapporto normale che prevederebbe un medico di medicina generale ogni 1.250 assistiti, la carenza di personale ammonta a 1.003 unità. Ats Milano (che comprende, oltre alla città, anche l’hinterland e Lodi) denuncia la mancanza di 401 medici di base.

Il bando di marzo, che riguardava i cosiddetti “ambiti territoriali carenti di assistenza primaria”, ossia le aree periferiche e quelle interne della regione, è andato semideserto. Per questo motivo è stato riaperto a fine giugno, attirando, questa volta, ben 136 candidature. Gli studi sguarniti, a quella data, in Lombardia, erano 1.139. Da sommarsi agli ammanchi dell’Ats Metropolitana c’erano anche i 210 posti dell’Ats dell’Insubria (Como e Varese), i 155 della Valpadana (Cremona e Mantova), i 127 dell’Ats di Brescia, i 110 in Brianza, i 52 dell’Ats di Bergamo, i 45 per quella di Pavia e i 39 per l’Ats della Montagna (Sondrio e Valle Camonica). E il quadro è peggiorato dai pensionamenti previsti entro fine anno. Solo a Milano, se coloro che hanno raggiunto i 65 anni decidessero di ritirarsi, causerebbero un buco di 651 medici.

Valentina Tarantino