ANDREA GIANNI
Cronaca

Da Baggio ai Navigli per il dottore: l’odissea di Rosario, 91 anni. “Mancano servizi nei quartieri”

La denuncia delle figlie: è sulla sedia a rotelle, dottore troppo lontano. Dopo la caccia estiva forze fresche, ma restano situazioni critiche

Un medico con un suo paziente

Milano –  Per arrivare dal medico di base Rosario, che ha 91 anni, dovrebbe camminare per più di un’ora a piedi, se non fosse costretto su una sedia a rotelle. Il percorso, senza traffico sulle strade, richiede una ventina di minuti in auto, che salgono a 42 viaggiando con i mezzi, con il cambio di due autobus e qualche tratto a piedi. Un’odissea per l’anziano e la sua famiglia, quando è necessaria una visita o la prescrizione di terapie o farmaci per le patologie di cui soffre.

"Mia padre abita nei pressi di via delle Forze Armate – spiega la figlia, Paola Barbagallo – e nel nostro quartiere, come in altre zone di Milano, alcuni medici sono andati in pensione e non sono stati sostituiti. Così abbiamo dovuto scegliere un dottore in un luogo lontano rispetto alla via di residenza, con tutti i conseguenti disagi per raggiungerlo". Il medico si trova infatti in via Giosuè Borsi, accanto al Naviglio Pavese.

Rosario è stato ricoverato per un periodo in una residenza sanitaria per anziani a Baggio, ed era quindi curato dal personale sanitario della struttura. Le figlie, nelle scorse settimane, hanno deciso di riportarlo a casa sua, in zona Forze Armate, dove ora è assistito da una badante. Solo che il suo medico di base nel frattempo era andato in pensione. E, sondando le varie disponibilità attraverso la farmacia comunale, si sono trovate a scegliere un medico in via Borsi, a quasi 8 chilometri di distanza.

«Quando è necessario lo accompagniamo in auto – racconta Paola – con la speranza di riuscire a trovare un medico più vicino a casa. Servirebbero servizi di prossimità nei quartieri, dando la precedenza agli anziani e alle persone che non possono muoversi in autonomia". “Buchi“ pesanti, anche se la caccia estiva ai medici di base per coprire gli "ambiti carenti" tra il Milanese e il Lodigiano è andata meglio rispetto alle attese.

Alla seconda chiamata del bando regionale, l’Ats Metropolitana cercava 401 dottori e aveva 148 candidati: dopo i colloqui, 117 hanno accettato l’incarico. Quasi il quadruplo dei 31 che l’Ats riuscì ad assegnare col bando estivo un anno fa, quando arrivarono una quarantina di domande per 246 posti tra Milano e Lodi (ed erano il 40% delle 103 totali presentate per 939 posizioni in Lombardia).

Più del 90% degli assegnatari sono Mmg in formazione, cioè laureati in Medicina che stanno frequentando il corso per medico di medicina generale (Mmg), e del resto erano corsisti 400 dei 482 che hanno fatto domanda, al bando di luglio, per 1.140 incarichi in tutta la Lombardia. Dei 106 futuri Mmg che avranno subito un ambito tra le province di Milano e Lodi, 61 frequentano il primo anno di corso, 26 il secondo e 19 il terzo. Una differenza che rileva, dato che la Regione ha varato una delibera che allarga ulteriormente le possibilità di lavorare durante il corso di formazione, già incrementate a più riprese in Italia negli ultimi anni proprio per far fronte alla carenza di medici di base. La carica dei corsisti consentirà quindi di coprire situazioni particolarmente critiche.