
L’industria metallurgica rimasta in funzione dal 1990 al ’96 è stata ristrutturata. Le sale accoglieranno attività culturali accanto a turbine e macchinari d’epoca.
Era chiamata la “fabbrica dei re“ perché produceva posate e argenteria per le case regnanti d’Europa, nonché per i grandi transatlantici, come l’Andrea Doria. Ora in uno dei reparti dell’ex Broggi-Izar, industria metallurgica rimasta in funzione a Melegnano dal 1900 al 1996, è stato ricavato uno spazio espositivo destinato a ospitare mostre, conferenze e presentazioni di libri.
Il museo Broggi-Izar, nell’omonimo quartiere residenziale sorto sulle ceneri dell’ex fabbrica, è un locale di 140 metri quadrati con affaccio sul Lambro. A ricordare la vocazione industriale di uno spazio oggi riqualificato dal Comune, e restituito alla cittadinanza, ci sono una turbina e un vecchio macchinario tra quelli in uso agli operai della fabbrica: recuperati, questi oggetti contrassegnano una parte del museo. Per il resto, lo spazio è libero, pronto ad accogliere un circuito d’iniziative che verranno programmate e gestite in accordo con Diblu arte, associazione presieduta da Giorgio Bedoni e pensata per promuovere l’arte anche fra i malati psichici.
"Con la messa in funzione del museo Broggi, si completa una sorta di via melegnanese alla cultura, con un filo conduttore che va dal castello mediceo alla palazzina Trombini fino al fiume Lambro", commenta Simone Passerini, vicesindaco e assessore alla cultura, tra i presenti, nel fine settimana, all’inaugurazione del nuovo spazio espositivo. "Uno spazio – prosegue – che contribuirà a rendere Melegnano un punto di riferimento per l’intero Sud Milano e potrà fare da vetrina anche ad artisti e talenti del territorio, a partire dai giovani. Sottesa al museo è la stessa filosofia che vede la nostra amministrazione, e non solo, impegnata nel rilancio del castello, col recupero e di alcuni settori oggetto d’interesse".
Rimasta nell’immaginario collettivo dei meno giovani, che se la ricordano ancora in attività, la Broggi Izar nacque dalla fusione di due aziende, quella del coltellaio Giambattista Izar e quella dell’argentiere Gaetano Broggi. Tra le più importanti industrie del Sud Milano, nei tempi d’oro arrivò ad impiegare oltre 500 lavoratori. Venne anche quotata in Borsa fino al 1984 quando, dopo alcuni anni di difficoltà, fu tolta dal listino. Specie nel periodo della contestazione operaia, lo stabilimento di Melegnano diventò teatro di scioperi e occupazioni da parte del personale. Dopo la dismissione, la fabbrica venne demolita nel 2004.