Melzo (Milano), 3 marzo 2020 - L’appuntamento delle 8.30 è con italiano. Il materiale di studio, video e schede, è già caricato dal giorno prima. L’incontro online “dal vivo“ è con la prof, o la maestra, e la classe: ogni alunno nel suo riquadro, tutti collegati, sorridenti, e felici di rivedersi. Nei giorni del coronavirus, è questa la scuola.
Prima giornata ufficiale di didattica a distanza ieri nelle scuole del circolo Ungaretti di Melzo, primaria e secondaria di primo grado (con l’infanzia, circa 750 alunni), già istituto a marchio “Apple Distinguished School“ e pioniere della didattica digitale. Quando l’emergenza chiusura si è profilata alle finestre, la macchina didattica e organizzativa è partita a tutta birra, "e con la scuola già chiusa - spiega la preside Stefania Strignano - . Ma abbiamo organizzato tutto rapidamente. Non perché siamo una scuola avvezza alla tecnologia. Ma perché siamo una scuola organizzata, e posso dire con la mentalità giusta". Gli step in fila. Prima l’individuazione della piattaforma giusta. Poi il primo collegio docenti dedicato con webinair. Nel frattempo i docenti preparavano le videolezioni: "Si sono divisi i compiti per materia e livello, hanno lavorato a tutte le ore. Sono stati straordinari". Nei giorni scorsi un tutorial con spiegazioni e modalità d’accesso alla piattaforma all’indirizzo delle famiglie. E la predisposizione di un “vero“ orario per gli incontri a piena classe: 4 collegamenti al giorno per 20 ore settimanali per i ragazzini delle medie, 3 per 15 ore settimanali per i bimbi della primaria.
Ieri mattina, la grande overture. Tutti presenti all’appello, faccino dopo faccino. A metà mattina, per tutti, il saluto e il plauso della ministra Lucia Azzolina. Poi lezione, "anche se l’obiettivo era e rimane non solo “tenere il passo“ con la didattica, ma mantenere le relazioni, la quotidianità". Importante, in un momento così difficile e potenzialmente inquietante. La prima lezione caricata, diversa per livello, proprio sul coronavirus, "importante per i bambini capire: cos’è? Perché non possiamo andare a scuola? I docenti hanno preparato un video per i piccoli e uno per i più grandi". E poi via: poesie e bisettrici, scienze e inglese. Del resto all’Ungaretti l’informatica è di casa: i ragazzi delle medie hanno il tablet casa-scuola. I bambini lo utilizzano in aula. Per loro videolezioni curate e innovative, "gli insegnanti sono formati. Ma dovrebbe vedere cosa sanno fare i bambini", spiega la preside. Per metà settimana in programma almeno un collegamento anche con i piccolini della scuola dell’Infanzia: "Niente lezioni per loro. Ma hanno bisogno di ritrovarsi". E ai tempi dell’espidemia da coronavirus ci si accontenta di farlo anche solo virtualmente.