
Meningite
Milano, 22 dicembre 2017 - Quella che inizialmente sembrava una brutta influenza si è poi rivelata meningite che, per la mancata tempestività delle cure ha fatto finire in coma un'anziana signora. Signora che, fortunatamente, è riuscita a salvarsi ma ha poi dovuto affrontare un lungo e faticoso periodo di riabilitazione ed è rimasta leggermente sorda.
Per questo un medico allora in servizio al Pronto soccorso della clinica San Giuseppe di Milano è stato condannato a quattro mesi di carcere (pena sospesa) e a versare una provvisionale per lesioni personali colpose aggravate. Lo ha deciso il giudice monocratico della nona sezione penale del Tribunale Nicoletta Marchegiani che ha accolto la richiesta del pm Maria Letizia Mocciaro compresa l'assoluzione di due altri medici, tra cui un neurologo, della struttura sanitaria al centro delle indagini. La vicenda risale alla notte dell'ultimo dell'anno, il 31 dicembre 2014. Secondo l'accusa il medico, una volta diagnosticata la meningite, non avrebbe applicato il protocollo prescritto dal ministero della Sanità che prevede la somministrazione di antibiotici, la rachicentesi (puntura lombare), e l'immediato trasferimento della anziana, allora 75enne, in un ospedale dotato di reparto di Infettivologia, non presente alla San Giuseppe è priva. Trasferimento che avvenne con un ritardo di oltre tre ore in quanto, questa è la difesa del dottore, non è riuscito a trovare immediatamente un letto disponibile in una divisione infettivi a Milano o a Monza.