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"Meno ticket, più schiscetta: Aperitivo a Milano a giorni alterni"

"Meno ticket più schiscetta. E aperitivo a giorni alterni"

A pranzo si rinuncia al panino e all’insalatona seduti al tavolo di un bar. Di sera si fa a meno del rito dell’aperitivo. "Il carovita si abbatte anche sugli incassi dei pubblici esercizi di quartiere. Un consumo di carattere conviviale è il primo a essere sacrificato sull’altare dell’inflazione. Essendo in periferia, non possiamo contare sui turisti che facciano da salvagente", argomenta Pierluigi Vincenzo, 35 anni, che, col padre Nicola, 59 anni, lavora dietro al bancone del Bar Bitter di via Palmanova. "Le colazioni ancora tengono, ma solo perché abbiamo prezzi competitivi rispetto alla concorrenza. Tuttavia, è ovvio che non possiamo congelare i prezzi su tutta la merce. Alcune bevande gassate sono aumentate anche del 20-30% all’ingrosso in un anno", aggiunge il barista. A mezzogiorno si registra una flessione nell’ordine del "10%". Soffre la pausa pranzo, i cui introiti si erano già fortemente ridotti per lo smart working durante il Covid. "C’era stato poi un recupero l’anno scorso, ma da settembre abbiamo registrato una diminuzione nel pagamento coi ticket. C’è chi preferisce prepararsi la schiscetta a casa da consumare al parco o in ufficio, conservando i ticket per riempire il carrello del supermercato". Anche l’happy hour non è più quello di una volta: "Non che ci si rinunci completamente, è cambiata la frequenza: chi veniva ogni sera a consumare lo spritz, adesso lo fa un giorno sì e un giorno no".

A.L.