
L’informazione sulla menopausa c’è (il 56% delle donne ritiene di essere sufficientemente informata), ma rimane superficiale e veicolata da...
L’informazione sulla menopausa c’è (il 56% delle donne ritiene di essere sufficientemente informata), ma rimane superficiale e veicolata da esperienza di amiche, familiari (74%), siti internet (62%) e dialogo con il ginecologo (65%) o con il medico di famiglia (39%). Tuttavia, le donne desidererebbero un appoggio maggiore da parte di medici e farmacisti.
La maggior parte delle donne vive la menopausa come portatrice di grandi cambiamenti: una donna su due accusa vampate di calore e sudorazioni notturne che nel 54% dei casi sono di grado moderato-severo e si accompagnano ad altri sintomi, tra cui disturbi del sonno, aumento di peso, stanchezza. Nonostante questo, una su due non cerca soluzioni né assume terapie (il 55% delle donne con sintomi severi ricorre a qualche soluzione e il 40% tra quelle con sintomi moderati).
È lo scenario che emerge dall’indagine “La menopausa nella vita delle donne“ promossa da Fondazione Onda (Osservatorio Nazionale sulla salute della Donna e Genere) a cura di Elma Research in occasione del lancio della campagna “Vampate in menopausa“ realizzata da Astellas Pharma, con il patrocinio di Fondazione Onda, Società Italiana Ginecologia Terza Età e Società Italiana Menopausa.
"Il vissuto che emerge dall’indagine - dice Francesca Merzagora, presidente di Fondazione Onda - è un senso di solitudine della donna. È importante incrementare la sensibilizzazione sui sintomi e sulle implicazioni della menopausa, che spesso sono dati per scontati dai medici e sui quali la donna è reticente a parlare e chiedere. Bisogna sensibilizzare ginecologi e medici di base, perché indaghino la sintomatologia durante una visita e l’impatto che questi disturbi hanno sulla vita della donna".