SIMONA BALLATORE
Cronaca

Mense scolastiche sotto giudizio: è Cremona la più virtuosa in Lombardia. Milano a metà classifica

Il report di Foodinside r che analizza trecento menù: Monza la più dinamica, Brescia perde punti Archiviati strascichi del Covid e posate usa e getta, rivincita del bio. Ma il 35% dei bimbi non mangia a priori

Milano, 13 ottobre 2023 –  Non si vedono (quasi) più gli strascichi del Covid nelle mense scolastiche: superata l’ossessione delle posate usa e getta, cambiano le stoviglie (che tornano lavabili) e vengono sbloccate le visite dei genitori-commissari mensa. Lievitano però i costi delle derrate alimentari (con ricadute anche nelle tasche delle famiglie) e fanno capolino nuovi attori - pediatri e psicologi - mentre una mensa su tre non è ancora in regola secondo le ispezioni dei Nas: le mense non conformi nel 2016 erano il 25%, due anni dopo il 36% e sono il 31% nel 2023. In questo quadro migliora un menu su tre, aumenta del 6% rispetto al periodo pre-pandemico l’uso di cibi processati (prosciutto cotto, tonno in scatola, bastoncini di pesce) e resta uno scoglio da superare: "Il 35% degli alunni non mangia a priori".

A controllare lo stato di salute delle mense scolastiche è Foodinsider, associazione di promozione sociale che analizza oltre trecento menu, dissemina buone pratiche ed è impegnata anche in attività di formazione. Ogni anno viene pubblicata una classifica (questa è l’ottava) dei casi più virtuosi: 55 i Comuni sotto la lente. La prima mensa scolastica d’Italia è una conferma: Fano è in vetta per il terzo anno di fila. Sul secondo gradino del podio troviamo una lombarda, Cremona, che supera Parma e migliora ulteriormente il suo risultato: qui lo scarto è minimo. Soffermandoci sulla regione, Bergamo è ottava (perde due posizioni pur migliorando il punteggio), Mantova sale al decimo posto (era quindicesima) e spicca il risultato di Monza, 13esima (era 29esima un anno fa). I menù più dinamici della Lombardia si trovano qui. Milano sale di quattro posizioni, passa dal 28esimo al 24esimo posto piazzandosi a metà classifica. Scende di dieci posizioni invece Brescia: 31esima.

"I Comuni che guadagnano posizioni spesso ottengono miglioramenti anche grazie all’applicazione dei “Cam“, i criteri ambientali minimi – spiega la fondatrice di Foodinsider, Claudia Paltrinieri –. I menù sono più equilibrati, a minore impatto ambientale. I legumi aumentano e diventano un secondo piatto in un terzo dei menù analizzati, non sono più solo contorno, e ci sono più prodotti locali e di origine biologica". Resta un problema da risolvere: educazione alimentare a scuola e a casa. "Ci sono troppi bambini che rifiutano il cibo a priori, il 35% dei casi secondo i dati del nostro sondaggio, mentre ha ‘paura di assaggiare nuovi piatti’ il 31%; solo il 14% sembra ‘mangiare con gusto’". Dall’analisi emerge anche che il 29% delle mense del campione analizzato è ben radicato sul territorio da cui si rifornisce, con più di 10 prodotti locali a settimana e un 13% che ne acquista almeno cinque.

"Il legame con il territorio è uno dei focus dell’indagine di quest’anno – sottolinea la presidente di Foodinsider – perché abbiamo voluto dimostrare come la mensa sia già una leva di sviluppo del territorio da cui si rifornisce restituendo ricchezza". Si chiedono più "menù parlanti", mentre lunedì alle 18 con una diretta Facebook, ci si rivolgerà a genitori e commissari mensa per coinvolgerli in questo processo di miglioramento. "Per sostenere i Comuni mancano ancora dei tasselli che potrebbero potenziare il ruolo di motore di sviluppo della mensa per la comunità e il territorio – conclude Paltrinieri –, più cucine dentro o vicino alle scuole, un monitoraggio sistematico degli scarti, continui percorsi di formazione degli insegnanti e di educazione dei bambini e delle famiglie".