REDAZIONE MILANO

Delpini e il popolo della notte: cosa ha detto l’Arcivescovo durante la Messa di Natale in Duomo

Dal Vangelo ai temi d’attualità: nell’omelia del 25 dicembre una profonda riflessione su chi sceglie di non dormire quando cala il sole

L’arcivescovo Mario Delpini durante un’omelia in Duomo

L’arcivescovo Mario Delpini durante un’omelia in Duomo

Ha avuto parole soprattutto per "il popolo della notte", durante la messa Pontificale di Natale in Duomo, l'arcivescovo di Milano, monsignor Mario Delpini che ha poi trascorso il pranzo tra i bisognosi dell’Opera Cardinal Ferrari. "L'annuncio della grande gioia arriva per primi a quelli che abitano nella notte pernottando all'aperto, dice il Vangelo, vegliavano tutta la notte, facendo la guardia al loro gregge – ha spiegato Delpini -. Uomini e donne che di notte lavorano e che si adattano a ritmi di vita al contrario: vanno a dormire quando gli altri si svegliano. Il loro lavoro custodisce la vita della comunità. Veglia sui malati, assicura i servizi essenziali. Lavorano per la gente ma è come se si sentissero appartati". Al popolo della notte, però, "sono inviati gli angeli per annunciare la grande gioia e la gloria del Signore li avvolge di luce; rivela, cioè, che nella fatica del lavoro quotidiano è presente il verbo di Dio". Tra questi, di notte, ci sono i malati e coloro che li assistono. "Nello strazio del dolore si fa vicina la fragilità del bambino di Gesù e la sua presenza offre consolazione e ristoro. Ecco dov'è la potenza di Dio salvatore", ha detto l'arcivescovo. 

Ci sono poi "uomini e donne che amano le tenebre per operare il male, tramano cattiverie, si concedono ai vizi, si sfogano con la violenza". Anche a costoro sono inviati gli angeli per ricevere "la parola che dichiara la sconfitta del male", così come agli uomini e alle donne che durante la notte "abitano le ore insensate, il tempo buttato via, i giorni della giovinezza sprecati" con "l'avidità del divertimento". Anche a loro, "popolo della notte sprecata", sono inviati gli angeli. Monsignor Delpini ha ricordato come si sia aperto il Giubileo: "Mettetevi in cammino, popoli della speranza, pellegrini della luce. Gli angeli sono venuti a chiamarvi. Dalle vostre notti ci sia una strada che porta alla luce"