Milano – L’incontro si è svolto in un bar a Milano, in orario aperitivo. La ragazza va alla toilette per farsi passare un attacco d’ansia per il comportamento di un "viscido insopportabile". Al ritorno, dopo aver bevuto un caffè shakerato, "qualcosa cambia".
"Mi sono ritrovata a letto con lui senza capire come potesse essere successo – ha raccontato la donna, all’epoca aspirante copywriter – Sono convinta che mi abbia messo qualcosa nel caffè, perché ho ricordi confusi di quanto accaduto dopo". Episodi riemersi dal passato, che aprono la strada a sospetti inquietanti sul guru della pubblicità accusato di essere un "molestatore seriale".
Racconti messi nero su bianco dalle vittime ma mai sfociati in denunce formali in Procura o alle forze dell’ordine, sottoposti al vaglio dell’Art Directors Club Italiano (Adci), storica associazione di settore, nell’ambito di un lungo e intricato procedimento sfociato lo scorso 7 giugno nell’esclusione del socio accusato di molestie con una delibera unanime del Consiglio direttivo.
Testimonianze raccolte e sottoposte al vaglio dell’associazione dal pubblicitario Massimo Guastini (protagonista di una lunga battaglia contro le molestie sulle donne nel suo settore e in passato presidente dell’Adci) al quale nel corso degli anni si sono rivolte una decina di ragazze che hanno subito le attenzioni dell’altro professionista dando concretezza alle voci che da tempo circolavano nell’ambiente.
Giovani stagiste o appena entrate nel mercato del lavoro, ventenni conosciute nelle università, attirate con la promessa di un trampolino di lancio nel mondo della pubblicità e della comunicazione. E la più classica delle minacce ("Non troverai più un posto") rivolta a chi si sottraeva alle molestie.
Tra le carte anche una conversazione su Skype, la sera dell’8 gennaio 2011, tra il pubblicitario all’epoca 50enne e una stagista ventenne. Lui, fra vanterie sessuali e proposte, si spinge sempre più oltre: "Ho trovato una donna travestita da ragazzina, che è una sorta di mio calco". Lei, nella conversazione, respinge più volte le avance: "Ho voglia di imparare, ho voglia di scrivere e di studiare. Sono a Milano per imparare. Penso che potrei imparare molto da te a livello intellettuale, ma non di più". Qualche giorno dopo scatta la trappola: il pubblicitario, con la scusa di accompagnarla a casa in auto dopo un evento, porta la ragazza in una zona appartata costringendola a subire le molestie.
C’è anche la testimonianza firmata di un’altra donna, su episodi avvenuti nel maggio del 2007. La ragazza, all’epoca studentessa universitaria, anche in questo caso è stata attirata con la scusa di un’opportunità di lavoro e portata in un parco. "Intravedendo delle persone camminare nella nostra direzione – si legge – mi feci coraggio chiedendo di smetterla, di riportarmi indietro".
Le vittime sono entrate in contatto tra loro attraverso i social, condividendo le loro testimonianze risalenti al periodo 2007-2016. A un certo punto discussero su un’azione legale di gruppo contro il molestatore ma alla fine decisero di evitare di sporgere una formale denuncia, anche perché gli anni trascorsi bloccavano la possibilità di ottenere giustizia in Tribunale.
A un certo punto si è fatta avanti anche l’ex moglie del guru della pubblicità, con una lettera inviata ai probiviri dell’Adci che è un atto d’accusa contro l’uomo. "Queste ragazzine erano prese dai corsi vari che teneva – scrive – erano il suo terreno di caccia prediletto. Di alcune ragazze conservo ancora i messaggi e le email che dimostrano come le abbia fatte lavorare gratis. Le portava a letto con la promessa di carriera, premi e favori". La donna riferisce anche di aver incontrato a Milano una di queste ragazze: "Perdeva i capelli a mazzi per come l’aveva ridotta. Ero partita con la voglia di sbranarla e l’ho accolta tra le braccia piangendo".