L’Europa pagherà il prolungamento delle metropolitane nell’hinterland? Ci conta l’ex Provincia che ha inserito la tratta Gessate-Trezzo, (ma anche Segrate e Paullo) nelle priorità per il Recovery Fund. I treni incaricati di tagliare code e smog nei punti più trafficati e più ricchi del territorio potrebbero accaparrarsi una fetta dei 4 miliardi 500 milioni – 34 progetti in tutto fra trasporti e digitale - che Città Metropolitana chiede a Bruxelles per il rilancio del Milanese. Le infrastrutture sono il primo fattore di sviluppo e la "cura del ferro" attesa sull’Adda da più di 20 anni sarebbe la soluzione a problemi endemici: polveri sottili e interminabili serpentoni d’auto quotidiani. Un incubo a Trezzo, dove il Comune ha calcolato 7 milioni di passaggi l’anno con tutte le conseguenze del caso sulla qualità dell’aria e della vita. Guai che i vagoni potrebbero risolvere una volta per tutte. Pur di lasciare la macchina in box, l’amministrazione si sarebbe accontentata anche di un filobus, una corsia dedicata per la Madonnina, ma adesso il Piano Marshall europeo sembra rimescolare le carte e la linea Verde da Gessate potrebbe, finalmente, arrivare al Castello.
"Siamo di fronte a un’occasione ambiziosa di crescita - dice Arianna Censi, vicesindaca metropolitana - una svolta anche per un’area come la nostra che, giova ricordarlo, è la più avanzata del Paese".
Il metrò, otto chilometri di rotaie, servirebbe l’intera stecca abduana. Nel lontano 2011 dodici centri avevano sottoscritto un protocollo di intesa per ottenerlo: Basiano, Bellinzago, Capriate, Gessate, Grezzago, Inzago, Masate, Pozzo, Trezzano, Vaprio, Cassano, primo firmatario, naturalmente, Trezzo.
Barbara Calderola