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La metropolitana 5 attualmente va dallo stadio di San Siro al quartiere Bignami
Milano, 11 febbraio 2025 – Il conto si annuncia non salato ma salatissimo: per realizzare il prolungamento della Metropolitana 5 fino a Monza occorrerebbero circa 600 milioni di euro in più del previsto. A tanto ammonterebbero gli extracosti, secondo quanto può riferire Il Giorno.
Si tratta di un incremento del 46% rispetto ai fondi contabilizzati e stanziati finora per trasporre dalla carta millimetrata alla realtà il progetto di un collegamento sotterraneo tra Milano e Monza, il primo in Italia tra due capoluoghi di provincia. Finora sono stati stanziati 1 miliardo e 296 milioni di euro.
Aumenti ritoccati
A luglio MM, la società controllata da Palazzo Marino e incaricata di progettare il prolungamento, aveva stimato extracosti tra il 25-30%. Un mese più tardi la stima era salita al 35-40%. Nelle prossime ore, al massimo nel giro di qualche giorno, sarà annunciata la stima definitiva che, come detto, dovrebbe aggirarsi sui 600 milioni.
Nel tardo pomeriggio di ieri è stata Arianna Censi, assessora milanese alla Mobilità, a far sapere che l’amministrazione milanese ha pronti i numeri “già da fine gennaio”, che non sono stati resi noti perché, “in accordo con la Regione e il Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti” (MIT), occorreva attendere che la stessa Regione approvasse la delibera che recepisce e ufficializza il nuovo cronoprogramma dell’opera e che la documentazione relativa agli extracosti potrà essere trasmessa “già domani” (oggi per chi legge ndr), considerato che la delibera in questione è stata approvata ieri dall’esecutivo di Palazzo Lombardia.
Una replica a Claudia Terzi, assessora regionale alle Infrastrutture, che poco prima, nel corso di una seduta congiunta delle commissioni prima e quinta del Pirellone, ha invece attribuito al Comune di Milano ogni responsabilità sui ritardi nella quantificazione delle spese extra.
Le prossime tappe
Prima di addentrarsi nello scontro politico, meglio fissare tre punti. Uno: solo una volta definiti gli extracosti si può procedere col reperimento dei fondi e solo una volta reperiti i fondi si potrà indire la gara. Due: la delibera approvata ieri dalla Regione impone di assegnare l’appalto entro il 31 dicembre 2026, di avviare i lavori a settembre del 2027, di concluderli per marzo 2033 e, infine, calendarizza l’avvio delle corse a dicembre 2033. Terzo punto: “Nell’atto modificativo approvato in Giunta regionale, il secondo – spiega Terzi –, abbiamo inserito su richiesta del MIT una clausola di salvaguardia che prevede di andare avanti per lotti funzionali nel caso in cui ci fossero difficoltà a trovare tutte le coperture economiche che servono. Questa possibilità deve essere verificata ed eventualmente approvata entro giugno 2025. Ma per allora contiamo di avere il quadro chiaro, la clausola di salvaguardia si inserisce sempre quando si tratta di progetti che, come questo, cubano diverse centinaia di milioni di euro”.
Le voci della politica
Tradotto: qualora gli extracosti dovessero continuare ad essere in tutto o in parte scoperti, la clausola imporrebbe di avviare i lavori usando i soldi che già ci sono e di procedere per (due) tratte parziali.
Uno scenario che pare di buon senso ma che divide: ieri in commissione Fratelli d’Italia si è detta favorevole, la Lega no. Diviso anche il Pd. Per coprire i 600 milioni extra, la Regione sarebbe disponibile ad aggiungerne circa 90, il Comune di Milano tra i 10 e i 15, quello di Monza tra i 7 e i 10. Ma la parte rilevante resta quella del Governo: le scelte di Palazzo Chigi saranno decisive per capire come realizzare il prolungamento. Il dibattito in commissione, intanto.
Sandro Sisler, senatore di FdI, invita al pragmatismo: “L’opera deve partire in fretta. Realizzarla in due lotti funzionali può essere una soluzione valida: sono già stati stanziati 1,3 miliardi di euro, una cifra significativa, con la divisione in due lotti si potrebbe aprire la procedura di gara senza perdere altro tempo”.
Contrari i leghisti. “Ragioniamo sul lotto unico”, dice Terzi. “La M5 deve arrivare dentro Monza, non vorremmo che con la divisione in lotti ci si fermasse prima” concordano Alessandro Corbetta e Andrea Crippa, nell’ordine capogruppo lombardo e deputato del Carroccio. Il secondo è il firmatario dell’ordine del giorno, approvato alla Camera, col quale si impegna il Governo a investire nella lilla 300 milioni di euro in 10 anni, impegno non vincolante e per ora rimasto tale. Contrario ai due lotti anche Gigi Ponti, consigliere regionale del Pd: “Questa metropolitana deve arrivare a Monza, punto”. Ma nel centrosinistra milanese il tema divide, proprio come nel centrodestra lombardo.
Duello Regione-Comune
Infine lo scontro a distanza tra le assessore Terzi e Censi. “Regione Lombardia non ha mai chiesto al Comune di Milano di aspettare a presentare la quantificazione definitiva degli extracosti. Noi abbiamo ricevuto una prima stima a luglio 2024, che indicava un aumento tra il 25-30%, una seconda ad agosto 2024, con un aumento tra il 35 e il 40%, e, infine, abbiamo sollecitato i numeri definitivi fino a ieri”.
Da qui la replica della Censi: “Rimango sorpresa e basita. Il Comune di Milano è pronto da fine gennaio con l’aggiornamento del quadro economico. Ma è stata la stessa Regione, in una riunione che si è svolta venerdì 31 gennaio alla presenza del Ministero delle Infrastrutture, a chiedere di aspettare a presentarla, in attesa dell’approvazione dell’aggiornamento della convenzione a tre fra Milano, Regione e Ministero andato in Giunta regionale oggi (ieri ndr), in modo da confermare lo stanziamento dei fondi. Se la delibera è stata effettivamente approvata, gli uffici del Comune possono trasmettere la documentazione già domani (oggi ndr). Magari se gli assessori regionali si parlassero tra di loro, si sarebbero evitate queste dichiarazioni che non hanno nessun nesso con la realtà”.
Infine Pietro Bussolati, consigliere regionale de Pd, che propone alla Terzi “di dirottare 100 milioni di euro ora in stallo dal Piano Lombardia sulla M5”. “Anche se accettassimo, in questo momento non sarebbe una mossa risolutiva”, la replica dell’assessora regionale leghista.