Milano, 13 dicembre 2016 - L'apertura di tutti i cantieri delle nuove tratte della metropolitana entro la fine del mandato, fissata al 2021. L’inaugurazione, entro la stessa scadenza, di una tratta parziale della Metropolitana 4. Prim’ancora, a ottobre del 2018, l’accensione delle telecamere della «Zona a bassa emissione» prevista lungo i confini della città, con tanto di multe per chi vìola le regole. Infine, la riorganizzazione bis di alcune linee del trasporto pubblico con l’obiettivo di migliorare il servizio nei quartieri.
Questo il piano che la Giunta di Giuseppe Sala si impegna a realizzare nei prossimi 4 anni e mezzo al capitolo «mobilità». Un piano ambizioso non fosse per l’incognita-fondi: quelli promessi col Patto Milano dall’esecutivo di Matteo Renzi, e fin qui stanziati dal Cipe, sono infatti sufficienti solo per la fase di progettazione delle nuove tratte. E le sorti di quel Patto non possono essere considerate blindate vista l’incertezza su quanto avverrà a Palazzo Chigi nei prossimi mesi. Non a caso il sindaco ieri ha rivolto un appello preventivo ai Governi che verranno: «Milano pretende col Governo un rapporto paritario, siamo disposti a farci carico del momento del Paese a patto che questa città sia ascoltata e valorizzata come merita».
La prima scadenza, tra quelle scandite da Marco Granelli, è giugno 2017. Entro «il primo semestre del nuovo anno», fa sapere l’assessore alla Mobilità, inizierà la riorganizzazione di alcune linee di superficie. Già annunciato il potenziamento delle corse del tram 14 al Lorenteggio, sarà migliorato il servizio delle linee 63, 71 e 34. Prolungamenti in vista per il tram 15 (cinque fermate a Rozzano per 1,8 chilometri di tracciato e 8,7 milioni di euro da Palazzo Marino), e per le linee 35 (Cascina Merlata, Stephenson, Bovisasca), 70 (Bruzzano-Affori) e 45 (fino alla fermata Lambrate della M2).
Al 15 ottobre 2018 è fissata l’attivazione, lungo le strade di ingresso a Milano, delle 147 telecamere della «Zona a bassa emissione » finanziata dal Ministero dei Trasporti con 5,4 milioni. Una sorta di Area C a protezione dell’intera città. «Una Ztl, con sanzioni, che – spiega Granelli – ha l’obiettivo di vietare l’ingresso in città ai veicoli più inquinanti (già oggi “colpiti” dalle norme regionali ndr) e ad alcune tipologie di mezzi pesanti». (Metropolitane: clicca nel riquadro sotto per vedere il dettaglio)
Quindi le metrò. Il 2020 potrebbe essere l’anno dell’inaugurazione di una tratta parziale della M4, che sarà pronta nella sua completezza (da Linate alla stazione San Cristoforo) nell’aprile 2022. Sempre nel 2020 è prevista l’entrata in funzione del prolungamento Sesto Fs-Monza Bettola della M1 e l’inizio dei lavori per il prolungamento fino a Monza anche della M5. Nel 2021 via ai cantieri per portare di nuovo la M1 da Bisceglie fino al quartiere Baggio-Olmi, mentre risulterà già fatto l’interscambio tra il capolinea «Comasina» della M3 e Limbiate. Tutto pacifico? Non ancora. «Sul Patto Milano sono pronto a farmi sentire col nuovo presidente del Consiglio – fa sapere Sala –. Abbiamo i finanziamenti per gli studi tecnici per le nuove tratte e quindi siamo in condizione di partire. Ma in quel patto c’è l’impegno del Governo a reperire altri fondi: le metropolitane si riescono a fare solo se il Governo le finanzia al 60-65%. Non credo che il Patto diventi lettera morta ma farò sentire la voce di Milano». giambattista.anastasio@ilgiorno.net