Il movente pare davvero troppo debole per giustificare un raid così violento. Tuttavia, al momento, in attesa delle dichiarazioni che i presunti autori decideranno o meno di rendere davanti al giudice che li interrogherà, c’è solo la versione della vittima e di un suo amico, che hanno parlato di un’aggressione generata da un banale litigio: in sostanza, il diciottenne sarebbe stato accusato pochi minuti prima di aver fatto cadere il kebab a uno dei ragazzi che poi l’hanno ferito a coltellate e colpito con calci e pugni.
Al di là di ciò che emergerà sulle motivazioni del blitz armato, anche sulla base degli accertamenti ancora in corso dei carabinieri, resta il fatto che i due presunti responsabili sono stati entrambi fermati per tentato omicidio dai militari della stazione Duomo e portati in carcere al Beccaria, in attesa dell’udienza di convalida. L’assalto è andato in scena nel primo pomeriggio di mercoledì in via Leopardi, a due passi dalla sede del Tribunale per i minorenni: lì il diciottenne (che sembra fosse appena uscito dopo un’udienza che riguardava un amico) è stato bloccato dagli adolescenti, che ha dichiarato di conoscere, e colpito alla testa per quattro volte con una lama in ceramica da 12 centimetri; per sua fortuna, la veemenza dei fendenti ha provocato la rottura del coltello da cucina, poi ritrovato e sequestrato a poca distanza dal luogo dell’agguato.
Non è finita: gli aggressori hanno infierito con calci e pugni, fin quando l’intervento degli addetti alla sorveglianza del Tribunale li ha messi in fuga. Il diciottenne è stato trasportato d’urgenza al Policlinico, dove gli sono state medicate le ferite a collo, addome e gambe. Nel frattempo, sono scattate le indagini degli investigatori dell’Arma, che, grazie all’analisi delle immagini registrate dalle telecamere e ad alcune testimonianze, sono risaliti già nella serata di mercoledì a uno dei diciassettenni, residente a Milano ma aiutato da un amico a rifugiarsi in un appartamento in Brianza. Il giorno dopo, i militari hanno identificato pure il presunto complice, un coetaneo residente a Cesano Boscone: in casa sono stati scovati alcuni indumenti ancora sporchi di sangue, "ragionevolmente utilizzati il giorno dell’aggressione".Nicola Palma