
Michelle Ferrulli (Newpress)
Milano, 3 luglio 2014 - La Corte d’Assise di Milano ha assolto i 4 poliziotti imputati di omicidio preterintenzionale in relazione alla morte di Michele Ferrulli, deceduto il 30 giugno del 2011 nel capoluogo lombardo mentre gli agenti lo stavano ammanettando. Secondo i giudici il fatto non sussiste. La figlia della vittima, Domenica, si è messa a piangere dopo la lettura della sentenza: la donna ha abbracciato Lucia Uva, la sorella di Giuseppe - morto nel 2008 in una vicenda che ricorda quella di Ferrulli -. Il legale della famiglia - che ha curato anche i casi Uva e Cucchi - ha commentato la sentenza: "E’ un momento difficile ma attendiamo le motivazioni per capire. La nostra tesi era in linea con quella della Procura e comunque resta il profondo rispetto per i giudici". Più amara Domenica: "Oggi non ho perso solo io, ma ha perso l'Italia intera".
Michele Ferrulli, manovale e facchino di 51 anni, morì per arresto cardiaco il 30 giugno del 2011 in via Varsavia mentre gli agenti lo stavano ammanettando bloccato a terra. I poliziotti erano intervenuti dopo una segnalazione per schiamazzi in strada e avevano trovato Ferrulli vicino ad un bar con due amici romeni. Secondo l'accusa, i quattro poliziotti avrebbero percosso l'uomo con una ''violenza gratuita e non giustificabile''. Ferrulli, che soffriva di ipertensione, stando alla perizia medica, era morto per una ''tempesta emotiva'' che aveva provocato l'arresto cardiaco. Una perizia disposta dai giudici nel corso del processo aveva indicato che l'uomo avrebbe gridato ''aiuto'' almeno due volte, mentre gli agenti cercavano di ammanettarlo.