
Il progetto di Fondazione Riccardo Catella, Comune di Milano e Bicocca. Formati oltre 200 docenti. "Così ci si prende cura anche dello spazio pubblico".
Più di 10.800 bambini, 200 insegnanti e oltre 24.400 familiari coinvolti: sono la linfa di “MiColtivo - Orto a scuola“, il programma di educazione ambientale ideato dalla Fondazione Riccardo Catella, in collaborazione con il Comune di Milano e col supporto scientifico del Dipartimento di Scienze della Formazione dell’Università di Milano-Bicocca, che ha già fatto nascere nove orti scolastici nei diversi quartieri, riqualificando oltre 1.500 metri quadrati di città. L’ultimo è spuntato a fine marzo, nel cuore dell’istituto comprensivo De Andreis, al Municipio 4: è stato progettato e realizzato in collaborazione con Cascina Biblioteca Società Cooperativa Sociale.
“MiColtivo - Orto a scuola“ è un progetto che tocca valori importanti – spiega Kelly Russell Catella, direttore generale della Fondazione Riccardo Catella –. La nostra fondazione compie 20 anni e da sempre lavora con l’idea che cultura e bellezza debbano essere tematiche fruibili nello spazio comune". Uno spazio che si trasforma, intrecciando architettura, design, landscaping e biodiversità e mettendo in dialogo tutte le età, con la scuola al centro. "La supportiamo, arricchendo i programmi scolastici e invitando gli studenti a prendersi cura del bene comune – continua Kelly Russell Catella –. Facciamo in modo che alunni, insegnanti e la comunità si riapproprino di angoli separati e poco accessibili".
Il progetto “MiColtivo - Orto a scuola“ è nato nel 2012, con i primi sopralluoghi della Fondazione Riccardo Catella insieme al Comune di Milano per stendere una lista degli interventi prioritari. "Abbiamo da subito voluto coinvolgere anche l’Università di Milano-Bicocca perché è un tema strategico dal punto di vista educativo – prosegue il direttore generale di Fondazione Riccardo Catella –: siamo partiti dalla formazione degli insegnanti per sviluppare con loro il progetto nelle scuole, affinché lo applicassero all’interno dei loro percorsi". Si può imparare così matematica utilizzando i frutti dell’orto o misurare il Ph del terreno con i più grandicelli, si possono creare aule en plain air e scoprire le colture del mondo raccontando le radici di ciascun alunno. Si impara il valore della pazienza e si può sperimentare una didattica più inclusiva. Nell’ultimo progetto per la scuola De Andreis sono stati posizionati cinque cassoni a terra per gli orti più un cassone rialzato per studenti con disabilità motorie, percorsi accessibili con pavimentazione stabilizzata e strumenti di supporto alla didattica che adottano la metodologia “Teacch“, per supportare l’apprendimento e l’autonomia degli studenti con disturbi dello spettro autistico, e la Comunicazione Aumentativa e Alternativa per facilitare l’apprendimento visivo. "In questi anni abbiamo notato come l’orto aiuti anche chi ha disabilità fisiche o cognitive e sia uno strumento in più per una vera inclusione – sottolinea Kelly Russell Catella –. Abbiamo riattivato orti esistenti, ne abbiamo creati di nuovi e attorno a questi è nata una vera comunità. Accanto ad alunni e insegnanti ci sono nonni volontari, genitori, associazioni. È una lezione di cittadinanza". Che si ripete di orto in orto, toccando con cura tutti i quartieri, fino ad arrivare a Bam, la Biblioteca degli Alberi Milano, nata nel 2019: un modello di collaborazione pubblico-privata tra Comune di Milano, Fondazione Riccardo Catella e Coima, sviluppatore e gestore del quartiere Portanuova.
Una Biblioteca degli Alberi che oltre a vincere premi internazionali continua a crescere. "Sia con le attività che offriamo a un pubblico sempre più diversificato, sia per la biodiversità che ospita. Abbiamo appena aperto anche un roseto", ricorda Kelly Russell Catella. È da qui che guarda ai prossimi 20 anni della Fondazione: "Continueremo a lavorare seguendo due filoni: educazione e cultura. E ci piacerebbe ampliare la nostra area di intervento, toccando anche altre città d’Italia per esportare questo modello, attualissimo in tempi di cambiamento climatico, prestando grande attenzione anche all’integrazione sociale. Sfide ed esigenze che passano da uno spazio pubblico che va vissuto e deve essere accessibile e sostenibile".