SIMONA BALLATORE
Cronaca

Dal Senegal all’Italia, fino alla laurea. La storia di riscatto di Amadou: “I libri? Meglio del calcio”

Nel 2011 dal Senegal alla Francia fino a Milano: senza genitori a 16 anni: “Ero il figlio maggiore in casa, dovevo sacrificarmi e dare l’esempio. Ho scritto la tesi sulla mia vita di minore straniero non accompagnato"

Amadou il giorno della laurea con Pietro De Luca, ex preside del Marignoni Polo

“Sono arrivato a Milano a 16 anni e mezzo: ero un “minore straniero non accompagnato“". Amadou ha 28 anni e si è appena laureato all’Università degli Studi di Torino in Lingue e Culture per il Turismo. Al momento di scrivere la tesi ha pensato al viaggio fatto fin qui: "Tutela e accoglienza dei minori migranti non accompagnati – il titolo –. La strategia dell’Unione Europea e l’applicazione della normativa italiana. Un’esperienza diretta". La sua.

Dove inizia il suo viaggio?

"Dal Senegal, nel 2011. A casa ero il figlio maggiore: dovevo dare l’esempio, sacrificarmi un po’. Sono partito con uno zio. Sono passato dalla Francia e da lì sono arrivato in Italia, a Milano. Ma mio zio non aveva i mezzi per tenermi con lui. All’inizio avevo molto paura, ero solo, in un altro mondo, non conoscevo la lingua: facevo avanti e indietro dai servizi sociali in via Dogana. Dopo qualche giorno ho trovato posto in una casa famiglia, con otto ragazzi e gli educatori".

Com’è stato l’impatto?

"Cambiare vita non è stato facile, come fare i conti con il clima freddo. Ho cominciato a studiare italiano, molto più difficile di quanto credessi, nonostante partissi dal francese, per prendere la terza media e riuscire a integrarmi. In sei mesi ce l’ho fatta, col 7. E ho capito che lo studio era un’opportunità, da non sprecare. Ma ero timido, non riuscivo a guardare insegnanti e compagni negli occhi".

La svolta?

"Grazie alla mia mamma italiana, che mi ha voluto in affido, permettendomi di continuare a studiare. Mi sono iscritto all’indirizzo professionale turistico del Marignoni Polo, convinto di frequentare tre anni. Il preside, che ho voluto al mio fianco il giorno della laurea, mi ha aiutato a colmare i gap con la lingua italiana, mi ha spinto a dare sempre più. Non è mai stato semplice, anche sul fronte economico, ma ho aggiunto un anno in più e poi sono arrivato alla maturità".

E non si è fermato.

"Giocavo a calcio, all’inizio ho tentato Fisioterapia e Scienze motorie, non sono riuscito a entrare. Sono tornato sul turismo e ho trovato questo indirizzo a Torino: mi piace scoprire altre culture, adoro le lingue, mi sento un cittadino del mondo. Al pallone ho preferito i libri".

Si è trasferito lì?

"Non potevo permettermelo, ho fatto il pendolare. Stavo per mollare, ho avuto momenti difficili e rallentato: ho sempre fatto di tutto, dal cameriere al receptionist. Durante il Covid, con la Dad, sono tornato a studiare".

Dal turismo alla tesi sui minori non accompagnati. Perché?

"Tra i corsi c’era Diritto dell’Unione Europea: ho rivisto il mio percorso. Ho incontrato una professoressa che ha condiviso la mia idea: ho analizzato le politiche adottate nella Ue, applicazioni, punti di forza e debolezza, collegandoli alla mia esperienza".

Le conclusioni?

"Nel mio caso il sistema ha funzionato, grazie agli adulti di riferimento, per altri purtroppo no. Senza contare gli invisibili che non arrivano ai servizi. Ho integrato con interviste diverse. Una delle fasi più difficili, dopo il trauma del viaggio e del distacco, è il passaggio alla maggiore età, l’uscita dalla protezione della casa-famiglia, l’individuazione del percorso. Io ho avuto l’opportunità di poter cambiare il mio destino, riavvolgendo il nastro e ottenendo l’accesso a strumenti fondamentali per il mio futuro. Vorrei fosse una prassi e il principio ispiratore di ogni norma di accoglienza, assistenza, supporto educativo, legale e sociale".

Dopo la laurea che farà?

"Sto cercando di fare più esperienza possibile nell’ambito del turismo. Non credo di tornare in università, sono troppo vecchio (sorride) ma mi piacerebbe qualche corso per tenermi aggiornato. E magari lavorare a qualche progetto su Italia e Senegal".