Riccardi
Migranti. Problema del secolo in tutto il mondo. Soffermiamoci sull’Europa e l’Italia che dovrebbe rappresentare il confine sul mare per tutta la comunità. Abbiamo chilometri di coste, dove è facile sbarcare anche per la vicinanza con l’Africa da dove perlopiù partono i barconi. Poi, non dimentichiamo, la rotta balcanica, i cui sentieri arrivano a Trieste, città marinara ma anche di frontiera terrestre. Sulla questione è anni che in Europa si è sbronzi. Trattati firmati, accordi non rispettati e incombenze gravanti soprattutto sui paesi costieri di primo sbarco. Quali sono le conseguenze che ne derivano? Va premesso che paragonare le migrazioni italiane con quelle passate verso le Americhe è un discorso senza senso. Differenti gli arrivi non su barconi ma su mercantili in zone bisognose di popolazione. Ora traffico di carne umana da parte di criminalità organizzata. Invasione di individui che si spargono come l’acqua. Pietas, necessità di manodopera, insicurezze nelle città. Su ogni argomento, peraltro non esaustivo, si potrebbe scrivere tomi. Il problema va affrontato nella globalità seguendo Tacito. Sine ira et studio. Con discernimento pacato eliminate grida partigiane, in malafede. È vero abbiamo bisogno di manodopera. Non numeri ma lavoratori più o meno esperti o da qualificare. Pericoli sociali. Filmati TV mostrano piazze “disordinate” o in rivolta. E navigli fatiscenti in arrivo con poveri cristi scampati ai naufragi. Integrazione. Va organizzata per evitare ghetti. Abbiamo sintetizzato al massimo senza retorica di maniera. Stiamo parlando di uomini, donne e bambini. Molti disperati, diversi, non pochi, infiltrati per terrorismo. Va guardato il futuro con l’insegnamento del passato, con sine ira et studio. No a false ideologie che puzzano di arte del dire ammuffita.