Milano, 14 ottobre 2019 - In via Padovaè già una piccola celebrità e c’è da scommettere che davvero, con la sua musica asian pop, o meglio urban pop, trasformerà via Padova, ex periferia difficile di Milano, in Viale Padova, dando un po’ di grandeur a un luogo che ha tutti gli ingredienti della magia. Mike Lennon all’anagrafe Duc Loc Michael Vuong, 24 anni, sarebbe in realtà un designer di interni che dopo una brillante laurea al Politecnico (presa per ripagare tutti i sacrifici fatti dalla mamma) ha capito che non può vivere una vita davvero brillante senza la musica.
Così il giovane vietnamita, che - non lo nasconde - da bambino ha vissuto sulla sua pelle tutti gli stereotipi riservati agli immigrati, con molta autoironia si candida presidente alle elezioni improbabili per le Nazioni Unite di Viale Padova, stato fondato da lui stesso, che abita davvero in via Padova e ne conosce pregi, difetti, luci e ombre. La sua campagna elettorale in musica è un messaggio forte di integrazione, è un inno alle meraviglie e alla ricchezza della multietnicità. Con una margherita in pugno Mike Leonnon promette pace, unione, melting pot, uguaglianza e tanto tanto verde, alberi e fiori ai lati della strada. L’inno nazionale del nuovo partito, che ora è divertente provocazione, ma non si sa mai, sarà proprio «Viale Padova» brano prodotto da Renzo Stone e scritto da Lennon con una penna satirica. «Gioco sugli stereotipi nei conflonti degli asiatici e in generale nei confronti di tutti gli stranieri». E da via Padova gli riesce particolarmente bene. «Ci sono luoghi comuni che da bambino mi hanno fatto molto soffrire - racconta Lennon - . A scuola mi chiamavano il cinesino e mi imitavano parlando con la elle». Ripensandoci, ora ci ride e anzi gli stereotipi sono diventati l’aspetto chiave del suo progetto musicale sia a livello visivo che sonoro.
La musica ha sublimato in una unione armoniosa l’anima orientale e quella occidendale di Michael, Mike, Vuong, Lennon. Il perché di questo cognome già un po’ famoso? «La passione per la musica l’ho ereditata da mia madre che ascoltava i Beatles - spiega - poi i nomi vietnamiti sono un po’ troppo lunghi, mia mamma ha un po’ esagerato me ne ha messi troppi. Ne volevo uno in una lingua universale e anche che fosse più immediato». La campagna elettorale è iniziata, il piccolo stato delle nazioni unite è istituito, l’inno ce l’abbiamo, il presidente anche: vota Mike, vota Mike.