L’Inter è più ottimista: "Incontro positivo". Il Milan, invece più cauto: "Passo avanti? Passo di lato. Il progetto del nuovo stadio a San Donato resta in piedi". Dopo l’incontro in Comune sul futuro di San Siro, i due club non rilasciano dichiarazioni ufficiali, ma l’umore dei vertici trapela da qualche commento informale. Sì, l’asse tra le due proprietà, Redbird e Oaktree, appare saldo davanti al sindaco Giuseppe Sala. Ma non mancano le sfumature diverse su come proseguire nel percorso con il Comune e quali alternative tenere in campo.
Su una cosa, comunque, Milan e Inter sono state chiarissime con il primo cittadino: no al progetto di ristrutturazione del Meazza presentato da Webuild. Un progetto che non ha convinto i club né dal punto di vista tecnico – difficile prevedere un cantiere mentre le squadre continuano a giocare al Meazza – né dal punto di vista economico: i 400 milioni di euro ipotizzati da Webuild erano considerati troppo pochi per un vero restyling. Ma investire fino a 700 milioni di euro su uno "stadio vetusto" (parole di Cardinale) è stata giudicata una follia. Da qui il netto "no" al sindaco, a cui non è restato che aprire al nuovo scenario avanzato dai club, anzi lo stesso del progetto datato settembre 2019: nuovo stadio di fianco al Meazza e rifunzionalizzazione dell’attuale impianto.
Rifunzionalizzazione, sì, ma come? Una risposta non ci può ancora essere, prima che Sala e i rappresentanti dei club, la prossima settimana, incontrino la sovrintendente Emanuela Carpani e si confrontino con lei sul tipo di vincolo che dovrebbe scattare l’anno prossimo sul secondo anello. La domanda è: l’eventuale acquisto dei club dello stadio e dell’area limitrofa potrebbe far ammorbire il vincolo?
Qualche indiscrezione sul futuro della Scala del calcio, nel frattempo, trapela dopo l’incontro a Palazzo Marino. L’obiettivo dei club è realizzare il Museo di Milan e Inter, un centro commerciale e, per quanto riguarda le funzioni sportive, spazio alle squadre di calcio giovanile e femminile. Tutto dipenderà dal vincolo sul secondo anello. Carpani permetterà di lasciare in piedi solo una parte del secondo anello datato 1955? Oppure non consentirà di mettere mano allo struttura dell’impianto con le caratteristiche rampe esterne? Domande che restano senza risposta. L’impressione è che sia il sindaco che i club sperino in un approccio soft della sovrintendente.
L’altro nodo da sciogliere resta l’investimento complessivo che il Milan e Inter potrebbero fare nell’area di San Siro. Nel 2019, quando le società presentarono il primo progetto, si prevedeva un investimento di oltre un miliardo di euro. Ma i tempi sono cambiati, il rincaro dell’energia e delle materie prime ha inciso su tutti i progetti. Quindi l’investimento complessivo del progetto rossonerazzurro, alla fine, potrebbe essere inferiore. Sempre che sull’area di San Siro i club ottengano i "sì" chiesti al Comune e alla Sovrintendenza.
Barbara Berlusconi, intanto, boccia l’ultima puntata della telenovela San Siro, sottolineando che si è tornati al progetto 2019 perché era evidente che il Meazza non fosse ristrutturabile: "La vicenda dello stadio è umiliante per Milano, simbolo di modernità, innovazione e che ha sempre precorso i tempi. Una commedia all’italiana fatta appositamente per non decidere nulla". Il presidente del Senato Ignazio La Russa concorda con la figlia dell’ex premier e rilancia i due stadi a San Siro: "Il Meazza è intoccabile".