REDAZIONE MILANO

A Milano l’affitto di casa si “mangia” più del 30% del reddito famigliare

Nella metropoli lombarda il “tasso di sforzo” per sostenere la locazione era del 27,5% nel 2023. “Situazione sempre più insostenibile, ci vogliono politiche abitative più inclusive e soluzioni innovative a sostegno delle famiglie

Gli affitti e l'inflazione si "mangiano" quote sempre più consistenti di reddito

Gli affitti e l'inflazione si "mangiano" quote sempre più consistenti di reddito

 Milano, 24 luglio 2024 – Affitti sempre più onerosi in Italia. Ogni mese la locazione si “mangia” in media fino al 30,1% del reddito. Un dato ulteriormente peggiorato rispetto all’anno scorso, quando il “tasso di sforzo” – così viene definita l’incidenza sul reddito famigliare dell’affitto di casa – si fermava al 27,1%, e che rende il peso della casa sul potere d’acquisto sempre meno sopportabile. Secondo il portale immobiliare Idealista, autore della ricerca, in ben 23 province i canoni di affitto superano questa soglia considerata “limite”, quella appunto di un terzo delle entrate mensili, oltre la quale le famiglie entrano in sofferenza dovendo andare ad aggredire ulteriori tranche del proprio reddito. Per quanto riguarda l’acquisto, invece, il tasso di sforzo rimane stabile, attestandosi al 19,5%, la media è sempre nazionale, invariato rispetto allo stesso periodo dell'anno scorso. “L’incremento costante dei canoni di locazione unito alla crescente domanda di affitti, particolarmente calda nelle aree metropolitane e nelle principali città universitarie – spiega Vincenzo De Tommaso responsabile dell’Ufficio studi di Idealista – accentua le difficoltà da parte delle fasce più fragili della popolazione, giovani e donne in primis, ma anche famiglie monoreddito e studenti fuori sede. Parallelamente, le condizioni più restrittive per l'accesso ai mutui rendono sempre più difficoltoso l’acquisto della casa, rischiando di aggravare ulteriormente le disuguaglianze economiche e sociali​. In questo contesto, la necessità di politiche abitative più inclusive e di soluzioni innovative per supportare le famiglie in difficoltà è ormai una vera e propria urgenza”.

La situazione degli affitti a Milano

Se Massa, in Toscana, è la città prima in classifica per “tasso di sforzo”, dove quindi le famiglie sono maggiormente in difficoltà per pagare l’affitto di casa, anche Milano non scherza. Fra le grandi aree metropolitane la capitale lombarda è terza, dopo Venezia (41,8%) e Napoli (41,2%), col 38,9%, seguita da Firenze (37,7%) e Roma (37,3%), pur registrando un calo del tasso di sforzo, all’ombra della Madonnina, per l’affitto dell'1,5%. In queste città le richieste dei proprietari superano la soglia di un terzo del reddito familiare speso per l'abitazione. “Quel che emerge è un quadro preoccupante – aggiunge De Tommaso – soprattutto come si è visto per quel che riguarda il capitolo affitti, che rappresenta l’unica possibilità di avere un alloggio per una fetta crescente di italiani, con contratti di lavoro precari, o giovani, o in situazioni in cui, comunque, l’accesso al mutuo per l’acquisto diventa un ostacolo insormontabile”. Dietro i principali mercati, anche Como (35,9%), Vicenza (34,1%), Verbania (34%) e Rimini (31,7%) si posizionano sopra la media del periodo.

Lo sforzo per l’acquisto all’ombra della Madonnina

Nel secondo trimestre del 2024, in 34 capoluoghi italiani il tasso di sforzo per l'acquisto di una casa supera la media nazionale del 19,5% ma soltanto in cinque casi lo sforzo finanziario per un trilocale – preso come immobile standard per le ricerche sulle compravendite, la cifra media italiana per la richiesta di un mutuo è di 130mila, 140mila euro  – va oltre la soglia di guardia di terzo del reddito raccomandato dagli esperti, come accade a Venezia (39,5%), Milano (35,8%), Bolzano (35,1%), Napoli (34,6%) e Rimini (33,3%). Roma (28%) si colloca al nono posto della graduatoria; Aosta, con il 19,5%, si allinea alla media nazionale, mentre le altre 71 città capoluogo registrano valori inferiori, dal 19,3% di Lecco fino al 6,6% di Biella, dove l'impegno economico per l'acquisto è il più basso in Italia. Il tasso di sforzo per l'acquisto è aumentato in 49 capoluoghi su 107 rispetto all'anno scorso. I maggiori incrementi sono stati registrati a Vicenza e Verbania (2,7%), Napoli (2,4%), Trieste (2,3%) e Pordenone (2%).