Milano, 31 maggio 2023 – “Da parte della nostra scuola non c’è nessuna intenzione di fare politica, figuriamoci con dei ragazzini. Lo dico con il cuore e non capisco il perché di questa polemica”. È amareggiata, Antonella Caleffi, dirigente dell’istituto comprensivo Perasso di Milano (1.400 studenti), zona quartiere Adriano, per essere finita nel mirino della Lega a causa della festa di fine anno della scuola media, che si è tenuta ieri, durante la quale una classe ha intonato Bella Ciao.
La polemica della Lega
Apriti cielo. In una nota firmata da Silvia Sardone, europarlamentare e commissario cittadino della Lega, e Vanessa Ragazzoni, consigliere municipale leghista in Zona 2, il Carroccio va all’attacco: “Non è la prima volta che a Milano, ma anche in altre parti d’Italia, la politica si fa largo tra i banchi degli istituti. Guarda caso con un orientamento sempre di sinistra. Chiediamo un pronto intervento del Comune di Milano per fermare questa propaganda, specie perché si tratta di bambini delle scuole elementari (medie, ndr). L’indottrinamento dei più piccoli, in aula, non è mai la scelta migliore: su certi temi le singole famiglie non possono essere scavalcate. Ingerenze politiche negli istituti non sono ammissibili. E che la sinistra non venga a farci la solita lezioncina di moralità ed etica secondo cui “Bella ciao” è una canzone di libertà, quando in realtà è diventato l’inno della sinistra per eccellenza che troppo spesso viene riproposto nelle scuole. Ecco: esistono sedi istituzionali preposte per fare politica, in classe si studia e impara. E non ci risulta che “Bella ciao” rientri nei programmi scolastici…”.
La replica della dirigente
"Tutta questa polemica mi sembra davvero fuori luogo – commenta Caleffi –. La nostra è una scuola aperta a tutti, abbiamo studenti di tutte le nazionalità, abbiamo ragazzi con disabilità, lavoriamo tantissimo sull’inclusione, la politica proprio non ci interessa. Ci sono rimasta malissimo, ma vado a testa alta e so di essere nel giusto”.
La partigiana Adele Delponte
La festa di fine anno è legata a doppio filo all’intitolazione ad Adele Delponte della scuola secondaria inferiore di via Adriano (450 studenti, 600 dal prossimo anno), nata nell’anno scolastico 2018-2019 e finora rimasta senza nome. Delponte era una partigiana milanese che era stata maestra proprio alla scuola di via Bottego, uno dei tre plessi dell’istituto comprensivo. “Durante la discussione in consiglio d’istituto sull’intitolazione della scuola, sono stati proposti diversi nomi di personaggi famosi, da Frida Kahlo a Margherita Hack. Alla fine per due voti ha vinto Adele Delponte proprio perché era legata al quartiere e alla scuola ed era deceduta da un numero sufficiente di anni per poterle intitolare la scuola”.
Il lavoro con i ragazzini
È iniziato quindi un lavoro con gli studenti di approfondimento di questa figura e in occasione della festa di fine anno è stata allestita una mostra con i lavori didattici che lei aveva fatto fare ai suoi ragazzi. “Alla fine una classe ha intonato Bella Ciao, perché lei era una partigiana e quello era il contesto. Tutto qui. Siamo una scuola aperta a tutti e non potremmo mai fare politica”.
I docenti e i genitori
I docenti stanno con la loro preside. “Si chiedono: possibile che nel Municipio 2 non ci siano altri problemi a cui pensare e si possa perdere tempo polemizzando sulle attività didattiche di una scuola?”. E i genitori? “Ci hanno riso su, sono molto impegnati nell’aiutare la scuola e i docenti nelle varie attività e necessità dell’istituto e non vogliono perdere tempo”.
Inutile dire che i bimbi non sono stati né informati né coinvolti: “Loro sanno solo che Delponte era una brava maestra, hanno trovato negli archivi della scuola i registri dell’epoca, con una calligrafia meravigliosa, e sono incantati da questo. Quando hanno cantato Bella Ciao lo hanno fatto anche con la lingua dei segni, perché in ogni classe c’è uno studente non udente. Questo per farle capire quanto la politica sia lontana dalla nostra scuola”.