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Milano, condannato per la moschea abusiva: fa ricorso alla Corte Europea

Il presidente dell’associazione culturale del Bangladesh presenta appello: "Il tema è il diritto alla libertà religiosa"

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È stato condannato in via definitiva a 6 mesi per abuso edilizio perché aveva trasformato uno spazio adibito a magazzino, in via Cavalcanti, in un luogo di culto islamico, ma ora Abu Hanif Patwery, presidente dell’associazione Bangladesh Cultural and Welfare, ha presento un ricorso alla Corte Europea dei diritti dell’uomo per far valere il diritto alla libertà di religione. E il ricorso, come ha spiegato il suo legale, l’avvocato Pier Francesco Poli, ha superato "il primo vaglio, quello di ammissibilità, e poi la questione dovrà essere discussa nel merito". La vicenda è stata riportata dal sito "La Luce". "Normalmente la Corte Europea rigetta subito gran parte dei ricorsi - ha chiarito il legale - mentre in questo caso è stato dichiarato non manifestamente inammissibile, è stato superato un primo “step” e poi ci sarà un esame nel merito, anche se per queste decisioni della Cedu di solito ci vogliono anni". Nel ricorso si fa valere il principio della libertà di culto "basato sul fatto - ha spiegato il difensore - che in Lombardia ci sono norme molto restrittive, oggetto anche di sentenze della Corte Costituzionale, sulla possibilità di edificare luoghi di culto". Data questa impossibilità di "edificazione", ha chiarito l’avvocato, "se si va poi a condannare chi ha trasformato uno spazio privato in luogo di preghiera si viola il principio della libertà di culto".