
Il Glitch Camp creato da Ied e il rito della panificazione collettiva (Fasani)
Milano, 11 aprile 2025 – Quattrocento studenti, di 45 nazionalità diverse, stanno popolando “The Glitch Camp“, il campeggio urbano allestito al centro sportivo Cappelli. Ogni notte son 130, si danno il cambio sotto le tende picchettate da Ied, l’Istituto Europeo di Design.
Sono arrivati da tutta Italia. I Paesi più rappresentati? Spagna, Portogallo, Romania, Israele. Ma non mancano studenti russi, messicani, francesi, tedeschi, polacchi. Sono arrivati dalla Polonia, dalla Georgia, dall’India, dalla Lituania e dal Canada. C’è anche una studentessa islandese. È la primissima volta in Italia per Ignas Blaževičius, 21 anni, lituano. Sta studiando Fashion design a Vilnius, è rimasto piacevolmente sorpreso da Milano : “La città è fantastica, piena di posti da visitare, multiculturale, non è così difficile adattarsi – racconta – . Questi tre giorni sono stati di grande valore, ho raccolto ispirazioni per i miei studi in design, stare qui per un periodo più lungo sarebbe davvero utile. Senza il camp probabilmente sarebbe stato impossibile venirci ora”. Prezzi stellari oltre le porte del campo da calcio di piazza Caduti del lavoro, stanze sold-out.

Viktoriia Shalaginova e Serafina Stolnikova hanno 20 anni: nate e cresciute a San Pietroburgo, studiano design a Barcellona. Viktoriia è a Milano per la prima volta e non conosceva la “Milano Design Week“, l’ha scoperta nel campus di Ied a Barcellona; Serafina ci era già stata invece per una breve vacanza. In università hanno saputo anche dell’opportunità di poter pernottare al Glitch Camp. A colpirle di più in questi giorni frenetici è il verde di Milano. “Pur stando un po’ in periferia (il Camp è in zona Tibaldi, ndr) ci sentiamo sicure, la zona è molto controllata, non siamo spaventate neanche alla sera – raccontano –. La città è bellissima, piena di edifici storici, calda e confortevole”. Vorrebbero riuscire a visitare anche la Scala.
Tra i glitcher che stanno pernottando nel centro sportivo di Milano Sport c’è anche Efi Masliansky: ha 25 anni, è di Israele e studia Industrial Design a Tel Aviv. Prima volta a Milano anche per lui: “È una città molto cosmopolita e moderna – sottolinea –. Prima che ci venissi, mi avevano anticipato che non avrei trovato una città tipicamente italiana come Roma o Napoli (così come New York non rappresenta davvero gli Usa). Sono stato in Fondazione Prada e nei dintorni, ma anche nella zona intorno a The Glitch Camp ho trovato angoli ed edifici industrial di fascino, la bellezza è in tante piccole cose”.
Tra le piccole cose che illuminano le giornate al camp, nel segno della bellezza, c’è anche la fanzine Fregüj, dal milanese “briciole“. Briciole di notizie curate e distribuite da una piccola redazione di studenti-reporter dello Ied per raccontare e condividere l’esperienza dall’interno, le attività proposte, lo spirito che anima il campeggio urbano del design. Che in questi giorni si è immerso nel rito della panificazione collettiva con Davide Longoni. Che questa sera assaporerà “Echoes of Design“ col Dj set curato dagli studenti di Sound Design; che domani aprirà l’“Atelier Upcycling by Ferrino“ in collaborazione con Mental Athletic: si imparerà a realizzare - sul campo - nuovi oggetti a partire da vecchie tende da campeggio usurate, sotto la supervisione delle modelliste di Ferrino. Oltre a rendere accessibile e giovane la settimana del Design si progetta insieme, tra le tende dei creativi.