Milano: giovane evaso dal Beccaria e subito ripreso. I precedenti e l’allarme sicurezza interna

Mentre è in corso l’inchiesta su violenze contro i detenuti, nel carcere minorile scoppia un nuovo caso. I sindacati: “Episodio sintomo della crisi profonda del sistema”

L'ingresso del Beccaria

L'ingresso del Beccaria

Milano, 20 maggio 2024 – Un’altra evasione dal minorile Beccaria ad aggravare le criticità del carcere già al centro di una inchiesta per violenze commesse sui detenuti. Già nel dicembre del 2022 erano evasi in quattro, poi tutti identificati e riarrestati. Sabato ha provato a fuggire un ragazzo di origine marocchina. La notizia è stata ufficializzata dall’Uipa, il sindacato di polizia penitenziaria. Il minore sarebbe stato subito notato all’esterno dall’istituto “da una pattuglia della Polizia penitenziaria che casualmente passava dalla zona” e catturato.

"È l’ennesimo episodio di disfunzionalità del Beccaria - commenta Gennarino De Fazio, segretario generale della Uilpa - sottolineando che il fatto mette a nudo la profondissima crisi dell’intero dipartimento per la Giustizia Minorile e di Comunità e che dovrebbe far riflettere sulla volontà politica di mantenerlo o, forse, di affossarlo".

Secondo De Fazio, i problemi all’istituto minorile, in cui 21 agenti di polizia penitenziaria sono stati arrestati o sospesi nell’inchiesta per torture e maltrattamenti sono ben lungi dall’essere risolti e di certo non miglioreranno con i provvedimenti estemporanei finalizzati a prelevare poliziotti penitenziari dalle altre regioni e inviarli a Milano, con modalità assimilabili a una specie di deportazione, costringendoli pure ad anticipare di tasca propria le spese di viaggio e di soggiorno".

"La crisi – ha proseguito – è molto più profonda e investe tutti i settori del dipartimento per la giustizia Minorile e di Comunità, proprio nel momento in cui si sente parlare con una certa insistenza di pene alternative da scontare in comunità gestite da privati".

E ancora: "Non vorremmo, allora, che ci fosse una precisa volontà politica d’affossare il Dgmc per privatizzare una parte dell’esecuzione penale - ha concluso - chiedendo al capo del dipartimento per la Giustizia Minorile e di Comunità, Antonio Sangermano, di aprire "immediatamente un confronto a tutto campo con le Organizzazioni Sindacali rappresentative e spieghi qual è il progetto, se c’è".

Anche il Sappe interviene: "Quello che è successo è grave ed è l’ennesima sottovalutazione degli allarmi lanciati da tempo dal Sappe da parte dei vertici ministeriali", denuncia Alfonso Greco, segretario per la Lombardia.