ANDREA GIANNI
Cronaca

Milano futura, l’appello della Cgil: "Il totonomi? Partire dalle idee. Costruiamo una grande alleanza"

Il segretario generale Stanzione: c’è un mondo, anche cattolico, che rifiuta questa destra "Sala ha 2 anni davanti, giudicheremo azioni concrete". Allarme per l’industria: crisi alle porte.

Il segretario generale della Cgil di Milano Luca Stanzione

Il segretario generale della Cgil di Milano Luca Stanzione

Il sindaco Giuseppe Sala e la Giunta hanno davanti "due anni decisivi per Milano" e, più che guardare al totonomi, bisogna concentrarsi sulle sfide del presente. Luca Stanzione, segretario generale della Cgil di Milano, lancia l’appello per una "larga alleanza progressista di partiti, persone, associazioni e parti sociali per costruire il futuro della città, con la solidarietà come bussola. C’è un mondo cattolico e non che tutti i giorni è al fianco di chi ha più bisogno e rifiuta l’idea che questa destra cinica li rappresenti".

È spuntato il nome di Calabresi, come possibile successore di Sala. Che cosa ne pensa?

"Partire dai nomi, piuttosto che dalle idee, è un costume della politica del passato. Penso che ci sia un popolo che vuole prendere la parola e guardare alla Milano che verrà: una Milano che deve tornare a suscitare speranza, mentre invece si è fermato l’ascensore sociale. Non tutto dipende dall’amministrazione locale, ad esempio le decisioni in merito all’edilizia popolare spettano al Governo. Poi c’è il tema nazionale e regionale della sanità: con l’autonomia differenziata la situazione peggiorerà, portando il sistema al collasso".

Come giudica, finora, l’operato di Sala?

"Abbiamo appena aperto tre tavoli: sulle Olimpiadi 2026, sul Pgt e sulla casa. L’esito di questi confronti, che dovranno tradursi in azioni concrete come è avvenuto sugli appalti, sarà determinante per dare un giudizio".

La riorganizzazione aziendale della Bystronic, con 150 posti di lavoro a rischio, è solo l’ultima vertenza. Siamo di fronte a una crisi dell’industria?

"I dati dell’Inps parlano chiaro: nel primo trimestre dell’anno sono state autorizzate quasi sei milioni di ore di cassa integrazione nella Città metropolitana. Il 49% delle ore si concentra nel metalmeccanico. Sono dati allarmanti: tutti gli indicatori fotografano una stagnazione, se va in crisi il metalmeccanico va in crisi tutto un ecosistema. Bisogna fare di tutto perché non accada. La soluzione, però, non è puntare su settori che creano lavoro povero. Serve lavoro di qualità e Milano, ad esempio, dovrebbe investire per diventare una delle capitali culturali europee. Abbiamo nove poli universitari, centri di ricerca, musei: questi fattori, se messi a sistema, possono diventare una leva per lo sviluppo. È necessario, aggiungo, un nuovo equilibrio fra lavoro e vita privata, altrimenti questa città rischia di diventare respingente".

È stata aperta la M4, si parla già del "sogno" M6. Una targa dedicata a Raffaele Ielpo, morto nei cantieri, ricorda però anche il dramma degli infortuni.

"Milano ha bisogno di una rete del trasporto pubblico in grado di supportare la crescita e le esigenze della popolazione. Va fatto con l’obiettivo zero morti sul lavoro, che è possibile raggiungere. Su M4 c’è stato un protocollo che ha consentito, nella seconda fase, di produrre azioni concrete".

Le inchieste della Procura sulla filiera della moda e della logistica, tra cui il caso Amazon, hanno fatto emergere condizioni di sfruttamento.

"Nelle scorse settimane abbiamo firmato in Prefettura un protocollo su logistica e trasporti volto proprio ad evitare il dumping e a promuovere la corretta applicazione dei contratti. Un grande tema da affrontare è quello delle finte partite Iva, che il Governo incentiva con la flat tax. Servono normative più stringenti anche sugli appalti privati. La seconda leva sono i controlli. L’istituzione di una Procura nazionale competente in materia di lavoro potrebbe essere un passo avanti, ma solo se dotata di risorse".

Le inchieste sull’urbanistica hanno messo in discussione un modello di sviluppo che ha caratterizzato Milano. È il momento di cambiare passo?

"Questa è una grande occasione per riflettere sul futuro della città, a partire dal Pgt, e promuovere un nuovo modello. La nostra proposta di un fondo pubblico a garanzia degli investimenti sulla proprietà indivisa darebbe una risposta immediata proprio sul tema della casa.