Milano - "Chiederò l’autorizzazione per poter entrare nel palazzo il prima possibile". L’ingegner Massimo Bardazza, una vita trascorsa a cercare di comprendere le cause di esplosioni, incendi e stragi – spesso anche come consulente per la procura di Milano – da oggi sarà anche formalmente l’esperto incaricato dai legali del condominio di via Antonini 32, la Torre dei Moro andata a fuoco otto giorni fa.
Bardazza, che ha indagato su tragedie come il treno esploso a Viareggio, la strage aerea di Linate, il massacro familiare di Erba e, più di recente, la palazzina fatta esplodere in via Brioschi, sa perfettamente che in questi casi non c’è da perdere tempo. E non c’è dubbio che nel disastro di fine agosto in via Antonini, al di là del ruolo determinante avuto dai pannelli del rivestimento esterno del grattacielo nella propagazione del fuoco, resti ancora il mistero (per lo meno nei discorsi ufficiosi degli inquirenti) su cosa possa aver innescato le fiamme. Tanto più dopo che l’altro giorno, sentito dai vigili del fuoco, il proprietario dell’appartamento al 15esimo piano da cui tutto è cominciato, avrebbe ripetuto che lui, partito per le vacanze già da fine giugno, aveva staccato l’impianto elettrico limitandosi ad affidare al custode dello stabile l’incarico di entrare in casa solo una volta ogni sette-dieci giorni per dar da bere alle sue piante grasse.
"Prima di poter esprimere qualunque opinione devo entrare in quell’appartamento" dice Bardazza che dà l’impressione di voler credere poco ai fenomeni di auto-combustione. Un’ipotesi su cosa possa aver innescato l’incendio sarà certamente avanzata anche dal Nucleo investigativo dei vigili del fuoco nella relazione conclusiva che prima o poi sarà depositata sul tavolo del procuratore aggiunto Tiziana Siciliano e del pm Marina Petruzzella che coordinano le indagini. Ieri, intanto, il comitato dei residenti nella Torre dei Moro ha rinnovato l’appello: "Comune e Regione stanno lavorando per trovare delle soluzioni, ma abbiamo bisogno anche del governo centrale". ha detto il portavoce Mirko Berti.