NICOLA PALMA
Cronaca

Milano, la ragazza perseguitata e l’incubo dell’ex con l’acido: “Ho dovuto cambiare casa, ho paura di uscire da sola”

Arrestato per stalking un commercialista romano: messaggi intimidatori, raid nell’appartamento, mobili distrutti e divani sventrati a coltellate. Il 14 novembre ha contattato un ferramenta e un colorificio: “Ho bisogno di acido corrosivo”

Carabinieri che portano via un uomo (foto archivio)

MILANO – “Mi trovo ad aver perso la mia indipendenza. Da più di 8 anni vivevo da sola a Milano, ero una persona attiva e dinamica, e ora non sono più in grado neanche di fare una passeggiata da sola". Forse basta questa frase per avere un’idea del tunnel attraversato da Silvia (nome di fantasia di una professionista di 32 anni) negli ultimi due mesi: telefonate anonime senza soluzione di continuità, incursioni non autorizzate nei profili social, messaggi intimidatori, raid distruttivi nell’appartamento in una zona semicentrale della città e trasferimento obbligato a casa dei genitori per sfuggire allo stalker. Un incubo a cui hanno messo fine nei giorni scorsi i carabinieri della Compagnia Monforte, che, a valle degli accertamenti investigativi coordinati dall’aggiunto Maria Letizia Mannella e dal pm Giulia Floris, hanno arrestato il presunto persecutore: il trentatreenne Federico D., commercialista originario di Roma.

La storia tra i due naufraga a settembre: lui è sempre più possessivo, le discussioni si fanno frequenti e per i motivi più disparati (dai viaggi alla gestione delle finanze comuni); a un certo punto, l’uomo chiede persino alla donna di rinunciare a un’attività sportiva "per dimostrargli che era più importante dei suoi hobby". Un viaggio all’estero non ottiene l’effetto di rinsaldare la relazione, che a fine mese viene definitivamente interrotta dalla trentaduenne. D. prova a ricontattare l’ex per chiederle di tornare indietro: si presenta con un mazzo di fiori, ma lei è irremovibile. Nei giorni successivi, iniziano le telefonate: quando Silvia risponde, l’interlocutore non riaggancia subito, ma resta in silenzio per alcuni secondi. La donna torna nella città natale, ma non trova pace neppure lì: i messaggi Whatsapp di una persona che le scrive in inglese le fanno chiaramente capire che qualcuno sa sempre dove si trova e con chi.

Tra il 13 e il 28 ottobre, in occasione di una trasferta all’estero della donna, avviene il blitz nell’abitazione. D., stando a quanto sostenuto dall’accusa, entra all’insaputa della proprietaria e devasta tutto ciò che si trova davanti: televisore in pezzi, materasso e divano sventrati con un coltello, vestiti tagliati con le forbici e muri imbrattati con una bomboletta spray. Negli stessi giorni, l’uomo invia una foto alla ex: è nella stessa capitale estera in cui si trova lei e la invita a un appuntamento, puntualmente rifiutato. Non è finita. Il trentatreenne penetra negli account Instagram e di app come AirBnB della donna: modifica le password e li usa le piattaforme a suo piacimento, acquistando biglietti ferroviari o cosmetici e prenotando weekend in montagna per Capodanno. Esasperata e terrorizzata dai continui raid, che non risparmieranno auto e bicicletta parcheggiate in strada, il primo novembre Silvia presenta la prima denuncia, seguita da quattro integrazioni di querela tra il 2 e il 15 novembre.

I militari della Monforte avviano l’analisi dei tabulati telefonici e risalgono rapidamente alle utenze del commercialista: dal 7 ottobre in avanti, censiscono ben 189 chiamate non risposte, della durata di zero secondi, tutte partite dallo stesso numero "in uso all’indagato". Il 14 novembre, gli investigatori intercettano due conversazioni inquietanti. D. contatta prima un negozio di ferramenta e poi un colorificio: "Avrei bisogno di un acido corrosivo, non so se voi vendete... io dovrei sciogliere pure dei metalli... a me servirebbe una bocchetta magra, però non so se poi la scioglie...". Circostanze che hanno portato il gip Livio Cristofano a tratteggiare "una personalità che appare sempre più fuori controllo, con tratti parossistici e ossessivi, in una preoccupante progressione criminosa che determina anche un pericolo di commissione di reati con uso di mezzi di violenza personale".