MARIANNA VAZZANA
Cronaca

Limiti di velocità: in quali vie di Milano vengono ignorati. Il test con la pistola-radar

L’esperimento della nostra reporter: controlli con un apposito dispositivo da puntare sui veicoli. Ecco i picchi raggiunti

Milano, 14 ottobre 2023 – Un rettilineo senza semafori oppure una sequenza di “verdi“ da un incrocio all’altro possono indurre gli automobilisti a schiacciare un po’ troppo il pedale dell’acceleratore. In barba ai pedoni che cercano il momento giusto per attraversare e con buona pace dei ciclisti che non sempre hanno uno spazio dedicato e protetto sull’asfalto.

Ma sforare il limite di velocità è un’eccezione o un’abitudine, a Milano? Abbiamo constatato che, in caso di corsie libere da rilevatori di velocità, senza impedimenti strutturali come cordoli che restringano le carreggiate o castellane, oppure incolonnamenti di auto che costringano a rallentare, poche volte le regole vengono rispettate nonostante la segnaletica.

La nostra rilevazione

Durante una mattinata trascorsa a passare al setaccio sette vie con limite a 50 chilometri orari o Zona 30, quel che si osserva è che la media di marcia è di 60 chilometri orari nel territorio urbano. Con picchi di 95 (in via Novara, nel tratto oltre l’incrocio con via Caldera in direzione centro) e di quasi 90 in viale Marche, nella porzione sopraelevata di piazza Carbonari arrivando da viale Lunigiana. Auto-bolidi ma anche furgoni, moto e pullman.

Questa la sintesi dell’esperimento realizzato catturando la velocità di oltre un centinaio di mezzi motorizzati in più zone della città, tra le 9.30 e le 13 di un venerdì mattina come tanti, con una apposita “pistola-radar“: il dispositivo indica la velocità più alta raggiunta dal mezzo “puntato“ una volta rilasciato il grilletto, con un margine di errore di uno o due chilometri al massimo (che abbiamo verificato).

Le strade sotto esame

L’esperimento comincia nel controviale di via Palmanova all’altezza di via Bresciani Turroni, dove lunedì 2 ottobre è stato investito da un furgone l’ottantaduenne Tommaso Pignataro: preso in pieno mentre attraversava sulle strisce, è morto dopo tre giorni di agonia. Ancora da accertare quale fosse la velocità del mezzo. Ma, a distanza di due settimane, quel che si nota è che nessuno rispetta il limite fissato di 30 chilometri orari lungo questa strada, punto di approdo di un sottopasso e a pochi metri di distanza da una scuola elementare.

La velocità, in media, è di 45 chilometri orari: i 30 sono un’utopia, salvo ci siano ostacoli momentanei come la presenza di un’auto in fase di manovra o di svolta, che induca a frenare o a rallentare.

A un certo punto si sente un rombo: è un’auto che sfreccia arrivando a raggiungere gli 88 chilometri orari. Ben 58 sopra la soglia. Un’altra tocca i 74. La seconda tappa è in viale Marche, nella parte che sovrasta piazza Carbonari con via Melchiorre Gioia alle spalle: facilmente i veicoli sfiorano gli 80 chilometri orari, soprattutto se arrivano in velocità e scorgono il semaforo verde all’incrocio con viale Zara.

L’automobilista più indisciplinato tra quelli monitorati? Schiaccia la tavoletta fino a 89 chilometri orari. La situazione migliora in viale Monte Ceneri: il punto di appostamento è poco prima del semaforo all’angolo con via Monte Generoso. I veicoli arrivano in questo punto direttamente dal cavalcavia Bacula o svoltando da via Mac Mahon e, le barriere semaforiche, smorzano la velocità anche se non manca chi esagera, tra cui un autista di pullman a 61 chilometri orari. Situazione fotocopia in viale Isonzo, sulla circonvallazione, all’altezza del civico 21-23 dove si trova una residenza universitaria: c’è chi viaggia su un mezzo motorizzato superando i 70 chilometri orari.

Pedale a tavoletta di continuo, in via Novara, alla periferia ovest della città, superato l’incrocio con via Caldera e avanzando verso il centro: 95 chilometri orari è la velocità più alta rilevata. Ma come niente si superano gli 80 chilometri orari, in un punto in cui a bordo strada si trova una pista dipinta riservata a bus, taxi e bici.

I ciclisti, spesso preferiscono avanzare sul marciapiede in quel tratto piuttosto che rischiare di ritrovarsi in mezzo a veicoli a tutta velocità. Altro punto monitorato: via Varsavia, accanto all’Ortomercato. Una strada di scorrimento molto utilizzata dai pedoni. E anche qui i veicoli corrono quasi sempre. All’ora di pranzo, la pistola-radar cattura un mezzo che viaggia a 87 chilometri orari.

Più rispettosi, invece, almeno in questa fascia oraria, gli automobilisti e gli autisti di camion che attraversano via Salomone, sempre nel quadrante a sud-est della città: la velocità massima è di 60 chilometri orari. Ma le strade scandagliate rappresentano una minima parte di quelle segnalate come "pericolose" da ciclisti e pedoni.

Le segnalazioni di zone pericolose

La rete di “Città delle persone“, composta da oltre 200 associazioni, che da oltre un anno chiede alle istituzioni "strade sicure, aria pulita e distribuzione dello spazio in strada più a misura delle persone, non solo dei mezzi motorizzati" segnala altri luoghi in cui "gli automobilisti e in genere i veicoli avanzano a velocità eccessiva": sulla lista, viale Bianca Maria angolo Mascagni e viale Beatrice d’Este, in pieno centro, ma anche viale di Porta Vercellina, viale Corsica, viale Pirelli nel tratto vicino all’edificio U6 dell’Università Bicocca, viale Famagosta. E poi via Carlo Bazzi, tra viale Tibaldi e via Antonini, via La Spezia a sud ovest, via Cassinis e via Toffetti a sud est. Ancora: via Medeghino al quartiere Stadera, corso Lodi, viale Bodio in zona Bovisa-Lancetti, e il ponte della Ghisolfa (dove due giorni fa è riapparsa la pista ciclabile fai da te in attesa di quella vera), viale Brianza angolo via Montepulciano, via Padova, via Rovereto a ridosso di viale Monza, via Melchiorre Gioia.

E "sembra che i limiti di velocità valgano ancor meno per chi guida una moto, che trova molto spesso un varco nel traffico milanese per andare con una certa costanza, e non solo in alcuni punti, oltre i limiti", evidenzia Simone Lunghi, promotore dell’associazione “Angeli del bello“, che si sposta solo su mezzi ecologici.

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