REDAZIONE MILANO

Milano, un murale gigante contro le morti sul lavoro. In Lombardia 182 vittime nel 2024

“Lavorare in sicurezza è futuro” è il grido che si leva dal murale alto 5 piani inaugurato in via Prina in zona Sempione in occasione della Giornata mondiale per la sicurezza sul lavoro

Due mani che si afferrano e si sostengono a vicenda: un'immagine dal forte valore simbolico

Due mani che si afferrano e si sostengono a vicenda: un'immagine dal forte valore simbolico

Milano, 28 aprile 2025 – “Lavorare in sicurezza è futuro, basta morti sul lavoro”. È un grido quello che si leva dalla facciata di un palazzo di via Prina, in zona Sempione vicino alla Rai, contro la piaga degli infortuni; il murale alto cinque piani, gigantesco, impatta sulla via e soprattutto sulle tante persone, a piedi e in auto, che transitano dalla strada. È stato inaugurato questa mattina col sostegno della Cgil, della Cisl e della Uil. L’occasione è stata la Giornata mondiale per la sicurezza sul lavoro, istituita nel 2003, che si celebra proprio oggi 28 aprile. 

Il  murale gigante è stato realizzato in via Prina
Il murale gigante è stato realizzato in via Prina

I protagonisti 

L'opera è frutto della collaborazione tra il Comune di Milano, i sindacati e Lmdv Capital, che l'ha donata alla città per sensibilizzare lavoratori, studenti e cittadini dell'area metropolitana di Milano sull'importanza di un tema che ancora oggi genera troppe vittime. Il murale è stato realizzato dall'urban artist milanese SteReal della scuderia di artisti di Outdoora. L'opera rappresenta la salda presa di due braccia che si sostengono l'una all'altra, a indicare l'importanza dell'attenzione reciproca nella consapevolezza dei rischi sul lavoro, valorizzando l'azione comune di prevenzione. Il progetto si inserisce nell'ambito del Patto per il Lavoro del Comune di Milano, del quale domani ricorre il terzo

anniversario. 

Da sinistra Roberta Vaia segretaria regionale della Cisl, l'assessore alle Politiche del lavoro Alessia Cappello, Vincenzo Greco segretario regionale della Cgil ed Eloisa Dacquino segretaria di Uil Milano-Lombardia
Da sinistra Roberta Vaia segretaria regionale della Cisl, l'assessore alle Politiche del lavoro Alessia Cappello, Vincenzo Greco segretario regionale della Cgil ed Eloisa Dacquino segretaria di Uil Milano-Lombardia

Dati drammatici 

E a fotografare quella che è una vera e propria emergenza continua e l’osservatorio di Vega Engineering, società di consulenza e ingegneria per la sicurezza sul luogo di lavoro: in Lombardia, ricorda Vega Engineering, ci sono state nel 2024 182 vittime sul lavoro contro le 173 del 2023. In pratica, 15 persone che ogni mese perdono la vita sui luoghi di lavoro. Una strage. Dietro ogni nome, c’è una vita spezzata, una famiglia che piange un figlio, un marito (o una moglie), un padre o una madre. Il maggior numero di decessi totali è stato registrato in provincia di Milano (44), ha rilevato l’osservatorio, seguite da Brescia (41), Pavia (19), Bergamo (18), Monza Brianza (15), Varese e Lodi (9), Mantova e Cremona (8), Como (5), Lecco e Sondrio (3). 

Milano maglia nera 

Milano, sia per le sue dimensioni sia per il suo tessuto imprenditoriale è in cima a questa poco lusinghiera classifica, anche se le province maglia nera, dov’è cioè più pericoloso lavorare, sono Brescia e Pavia. Milano rimane comunque la provincia col maggior numero di denunce totali di infortunio (36.464), seguita da Brescia (15.279), Bergamo (12.965), Varese (9.870), Monza Brianza (7.805), Como (5.251), Mantova (5.018), Pavia (4.716), Cremona (4.658), Lecco (3.490), Lodi (2.352) e Sondrio (2.182).