REDAZIONE MILANO

"Milano: Oltre 9mila residenze fittizie per chi non ha una casa"

Milano offre 9.422 residenze anagrafiche fittizie per aiutare le persone in emergenza abitativa, tra cui minori, italiani, marocchini, egiziani e romeni. Gli sportelli ResidenzaMi sostengono le persone vulnerabili in un percorso di reinclusione.

Un luogo di residenza è indispensabile per avere documenti come carta d’identità, tessera sanitaria ed elettorale. Ma come fare, se non si ha una dimora? Si ricorre alla “residenza anagrafica fittizia“. Quelle rilasciate a Milano sono in totale 9.422, di cui 7.106 registrate nelle sedi municipali di riferimento e 2.016 dagli enti del Terzo settore. Ad averne bisogno non sono solo persone che vivono in strada ma anche chi, in emergenza abitativa, magari è ospite da amici o per qualsiasi motivo non può registrare la propria presenza in un alloggio. Occorre comunque dimostrare di avere "un rapporto continuativo con il territorio di Milano" e la segnalazione parte dal Centro Sammartini o dagli operatori di associazioni che collaborano con i servizi comunali. Comincia quindi l’iter. E se arriva il "sì", la persona ottiene l’indirizzo fittizio di residenza: quello del Municipio dove abitualmente vive.

Si nota un equilibrio tra le fasce d’età: 1.728 sono i minori, che fanno parte di famiglie che richiedono la residenza fittizia; ancora: 1.639 le persone tra 41 e 50 anni, 1.631 i trentenni, 1.550 tra 18 e 30 anni, 1.524 tra 51 e 60 anni e 1.345 over 60. Gli uomini rappresentano la maggioranza con il 57,3% e gli italiani sono i più rappresentati con il 35%, seguiti da marocchini (9,5%), egiziani (8,2%) e romeni (8%). "L’obiettivo degli sportelli ResidenzaMi – sottolinea l’assessore al Welfare Lamberto Bertolè – è far uscire dall’invisibilità le persone che si trovano in una condizione di vulnerabilità, per sostenerle in un percorso di reinclusione. Andremo avanti, l’obiettivo è aprire uno sportello in ogni Municipio". Ora ci sono sei sportelli comunali attivi nei Municipi 1, 4, 5, 6, 8 e 9. M.V.