NICOLA PALMA
Cronaca

Milano, omicidio Bellocco: il killer Beretta si è pentito e vuole collaborare. Pronto a parlare anche dell’uccisione di Boiocchi

Il capo ultrà dell’Inter trasferito in un carcere del Centro Italia dove vengono portati i detenuti che intendono contribuire alle indagini. Potrebbe svelare informazioni fondamentali sull’agguato di due anni fa a Quinto Romano, costato la vita all’allora capo della “nord” Vittorio Boiocchi

In primo piano Bellocco, freddato fuori dalla palestra Testudo il 4 settembre, e Beretta

In primo piano Bellocco, freddato fuori dalla palestra Testudo il 4 settembre, e Beretta

Milano, 14 novembre 2024 – Il capo ultrà dell'Inter Andrea Beretta, arrestato lo scorso 4 settembre per l'omicidio di Antonio Bellocco, rampollo del clan di 'ndrangheta di Rosarno e compagno di tifoseria nella curva Nord, ha iniziato a collaborare con la giustizia. La notizia che per settimane è rimasta riservata, per ragioni investigative e di sicurezza, trova finalmente conferma. Una prima indiscrezione si era avuta con l'abbandono della difesa da parte di Mirko Perlino, storico avvocato della tifoseria nerazzurra. Un passo indietro dettato da divergenze con Beretta. 

Altro tassello, il trasferimento dal carcere di San Vittore a un istituto di pena nel Centro Italia dove vengono trasferiti i detenuti pronti a collaborare con la giustizia; assieme a questo, la difesa assunta da un avvocato esperto in collaboratori di giustizia. La notizia, infine, ha iniziato a circolare, insistentemente, anche sugli spalti di San Siro. Da quanto si è appreso Beretta, coinvolto anche nell'indagine “Doppia curva”, sarebbe pronto a raccontare al pm Paolo Storari e alla procuratrice aggiunta della Dda, Alessandra Dolci, il contesto in cui è avvenuto l'omicidio di Vittorio Boiocchi, capo della curva ucciso sotto casa la sera del 29 ottobre del 2022, e i presunti affari illeciti all'interno della curva Nord. Il trasferimento in un penitenziario lontano da Milano è anche dettato dalla necessità di renderlo “invisibile” ai radar della famiglia Bellocco, che dal giorno della uccisione del rampollo di ‘ndrangheta lo vuole morto.

L’agguato davanti alla palestra

Il 4 settembre scorso, Beretta, allertato su un possibile piano ordito da Bellocco per farlo fuori, ha ucciso Bellocco davanti alla palestra Testudo di Cernusco sul Naviglio aggredendolo in macchina dopo un breve litigio e accoltellandolo più volte alla gola e al cuore. Arrestato in flagranza dai carabinieri, è stato recluso a Opera. A fine ottobre si era saputo che Beretta, 49 anni, davanti ai pm per il primo interrogatorio, dopo l'arresto per l'omicidio Bellocco, aveva deciso di non parlare, di non collaborare. Anche nelle prime dichiarazioni subito dopo l'omicidio aveva sì spiegato di aver ucciso l'esponente della 'ndrangheta perché sapeva che l'avrebbe fatto ammazzare, e perché voleva sempre più soldi dei business della curva, ma aveva anche ribadito che nulla avrebbe riferito sull'uccisione di Boiocchi.

Una scia di sangue

Vittorio Boiocchi, l'allora leader della curva nord, venne ucciso il 29 ottobre di due anni fa davanti a casa in via Fratelli Zanzottera, alla periferia di Milano, a colpi di pistola da due killer in moto. Proprio il Berro era il suo fidato luogotenente. Dopo la morte dello Zio, è stato il quarantanovenne a ereditare lo scettro del comando tra gli ultrà interisti, creando un triumvirato completato dal frontman Marco Ferdico e dal rampollo di 'ndrangheta Bellocco. Tra gli ormai ex componenti del direttivo della Nord in carcere c'è anche Marco Ferdico che, secondo le indagini, avrebbe spalleggiato l'ascesa di Bellocco dopo la morte di Boiocchi.