Milano, 28 gennaio 2025 – Blitz dei comitati ambientalisti stamattina al cantiere nel Parco dei Capitani davanti a San Siro. Carlo Monguzzi assieme al collega Enrico Fedrighini sono andati nella grande area verde davanti allo stadio Meazza per protestare e richiamare ancora una volta l’attenzione sul rischio di una enorme (e devastante) colata di cemento che incombe sul parco qualora dovesse realizzarsi il progetto del nuovo stadio. “Cementificare 53mila metri quadri di verde per fare il nuovo stadio, quando si può ristrutturare il Meazza che dista 80 metri, è veramente assurdo", dice Monguzzi. "Questo è solo l'inizio, quando arriveranno le ruspe per estirpare verde e alberi ci saremo anche noi", è stata la promessa dei due consiglieri. Con Carlo Monguzzi che ha aggiunto, sul filo dell’ironia una stoccata a Sala: “Stamattina io e Fedrighini abbiamo gioiosamente rappresentato il Comune di Milano e le sue promesse di green...”
Primi sopralluoghi
Il blitz di questa mattina nasce dalle verifiche e dai carotaggi che proprio la settimana scorsa sono stati messi in atto nel Parco dei Capitani. Sopralluoghi in programma e legati proprio alla presentazione del piano di fattibilità, a livello tecnico ed economico, su cui si stanno concentrando le energie delle due società calcistiche milanesi. Verifiche dovute e necessarie, per controllare lo stato dei terreni prima di avanzare nell'iter ed evitare problemi successivi.
Gli scenari in campo
Sul progetto del nuovo stadio e della sua area circostante, in effetti, c’è stata in queste prime settimane del 2025 una stretta, voluta sia dalle due squadre sia da Palazzo Marino. Per Milan e Inter, San Siro resta la prima opzione. Ma ha una scadenza, visto che per i rossoneri c'è sempre San Donato sullo sfondo come piano B. E i nerazzurri, in caso di ostacoli, non avrebbero problemi a virare di nuovo su Rozzano. Tra il club di via Aldo Rossi e il Comune di San Donato è stato stipulato un accordo di programma con Regione, Città metropolitana, Ferrovie dello Stato e Autostrade e si procede.
Impegni rossoneri
Non a caso, il presidente del Milan Paolo Scaroni ha chiarito a dicembre che si tratta di un ''piano B'' e nell'ultimo bilancio è stata dedicata al progetto San Donato una quota di 55 milioni. L'accordo di programma va così avanti e in estate, con ogni probabilità, il club sceglierà la strada definitiva. Questo perché a ottobre – allo scoccare dei 70 anni dall'edificazione delle storiche e riconoscibili rampe che avvolgono San Siro – scatterà il vincolo posto dalla Soprintendenza Archeologia, Belle Arti e Paesaggio della città metropolitana di Milano sul secondo anello. Come noto, da quel momento San Siro non sarà più modificabile e il progetto attuale delle due squadre cadrebbe (piuttosto difficile ipotizzare la costruzione di un altro stadio accanto, nella stessa area). È il motivo per cui il Milan tiene le due porte aperte, fiducioso che almeno uno dei due progetti vada in porto.