SIMONA BALLATORE
Cronaca

Milano ricorda il Papa: "Coraggioso sino alla fine. Lo abbiamo sentito vicino"

L’arcivescovo non dimentica il legame con la città e il suo sguardo attento. Oggi la messa in Duomo. L’omaggio dei fedeli, tra simboli di lutto e aneddoti.

L’arcivescovo non dimentica il legame con la città e il suo sguardo attento. Oggi la messa in Duomo. L’omaggio dei fedeli, tra simboli di lutto e aneddoti.

L’arcivescovo non dimentica il legame con la città e il suo sguardo attento. Oggi la messa in Duomo. L’omaggio dei fedeli, tra simboli di lutto e aneddoti.

"La sua è stata una coraggiosa e radicale testimonianza d’amore fino all’ultimo giorno della sua vita": così l’arcivescovo di Milano, Mario Delpini, e tutti i vescovi della Conferenza Episcopale Lombarda ricordano Papa Francesco, in un messaggio condiviso e nella preghiera. Il rintocco delle campane a lutto, nella mattina del lunedì dell’Angelo, ha annunciato la scomparsa del pontefice. Oggi alle 17.30, nel Duomo di Milano, si terrà una Messa in suo suffragio. Intanto la città gli rende omaggio, a cominciare dall’arcivescovo: "Noi milanesi abbiamo un dovere di riconoscenza, perché Papa Francesco ha sempre avuto una particolare attenzione per Milano", ha detto ieri, nella chiesa di Sant’Angelo, ricordando anche la scelta del pontefice di "assumere il punto di vista dei poveri per leggere il presente e la storia, per rinnovare il modo di fare economia, per gestire la politica: Francesco ha scelto la povertà, Papa Francesco ne ha fatto un programma". E anche per questo suo approccio, per lo sguardo a migranti e poveri - dirà a margine della cerimonia - che "lui ha sempre voluto bene a Milano, ma non so se sempre tutti i milanesi hanno voluto bene a Papa Francesco". Delpini ricorda il suo invito a pregare per lui, la scelta del nome Francesco e la sua "letizia", pur nella sofferenza: "Ha sofferto in questi anni e ha dimostrato la sua tenacia, fino alla testardaggine, nel suo volere essere presente, nell’incontrare le persone, nel suo apparire sul balcone fino all’ultimo per non far mancare il suo messaggio. Ieri ha celebrato la Pasqua e ora la vive".

"Ammirava Milano e la incoraggiava", dice ancora Delpini. E nel giorno in cui, come ha detto sull’altare, "tanti sentono il dovere di esprimersi e di dire quello che il Papa ha fatto o detto, noi vogliamo ricordarlo con semplicità, gratitudine e affetto". Così fanno i milanesi, alle porte della chiesa di Sant’Angelo. Giovanna ricorda la visita del pontefice nel 2017 e l’incontro a Monza, ha il "cruccio" di non essere andata a Roma in tempo per il Giubileo, ma condivide un aneddoto personale, che la riporta alla “fumata bianca“ del 2013. Sua figlia era incinta di pochi mesi: "Vediamo come si chiamerà il Papa e chiameremo anche lui o lei così, ci siam detti. E di fatto mia nipote si chiama Francesca, compirà 12 anni a ottobre".

"È molto vicino a noi persone normali, solo con il suo sguardo ti dà la forza di affrontare qualsiasi problema – dice Rosy, uscendo dalla Chiesa, parlando al presente –. Oggi non ho parole e penso che vivrà sempre nei nostri cuori, in ogni attimo. Anche la preghiera che ci ha affidato a Pasqua è bellissima, la porto con me, mi rispecchia". Estrae un’immaginetta dalla borsetta: "La vita è bella quando tu sei felice, ma la vita è straordinaria quando gli altri sono felici per merito tuo". "Potevi avere qualsiasi problema ma se lo guardavi ti sembrava di averlo accanto – conferma Donatella –: è stato un esempio". A pochi passi, in via della Moscova, c’è Dancler, turista argentino. Porta un braccialetto con il simbolo del lutto al polso: "È stato diverso da tutti gli altri papi, ha difeso tanto il popolo, era molto umano – il suo ricordo –. Per me è stato un grande Papa e lascia un bel segno proprio per la sua vicinanza ai bisognosi".