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"Milano riparta con regia pubblica. Consumo di suolo? Altrove è peggio"

"Archiviato finalmente il Salva Milano aspettiamo il passaggio successivo, che non potrà che essere un ‘Perdona Milano’, ovvero un cammino...

Un presidio contro il salva Milano

Un presidio contro il salva Milano

"Archiviato finalmente il Salva Milano aspettiamo il passaggio successivo, che non potrà che essere un ‘Perdona Milano’, ovvero un cammino di espiazione dell’urbanistica milanese". Legambiente Lombardia, in una lettera aperta, chiede di ridare "priorità alla regia pubblica delle trasformazioni urbane", alla luce delle inchieste che hanno messo sotto la lente la gestione dell’urbanistica degli ultimi anni. L’associazione, però, “assolve“ Milano sul fronte del consumo di suolo. "Stando ai dati Ispra – scrive Legambiente – dal 2015 ad oggi Milano ha espanso la propria area urbanizzata di 122 ettari. Per fare un confronto, Roma nello stesso periodo ha fatto la stessa cosa moltiplicata per cinque, ovvero su 671 ettari di suoli agricoli, pur perdendo oltre 100mila abitanti laddove invece Milano è cresciuta in popolazione". A Milano "l’ultima grande cementificazione su aree agricole si è consumata con Expo 2015" e, unico caso in Italia, "ha visto crescere il consumo di suolo meno di quanto sia cresciuta la sua popolazione". Il consumo di suolo, secondo Legambiente, "si annida soprattutto altrove, ad esempio nei piani di centinaia di comuni lombardi dove la riduzione perseguita dalla legge 31/2014 è stata aggirata tramite il ricorso sempre più esteso all’intervento diretto nel Tessuto Urbano Consolidato, nel quale, senza alcun obbligo di ricorso alla pianificazione attuativa, sono depositate previsioni di trasformazione su suoli liberi, prevalentemente agricoli, per oltre 24mila ettari". Per ripartire, quindi, Milano dovrà cambiare rotta sulla rigenerazione urbana con "strumenti regolativi che tengano insieme il legittimo profitto degli operatori immobiliari con il funzionamento e l’efficacia di una città plurale, che ridistribuisce una parte della ricchezza generata". E la prossima trasformazione di San Siro potrà essere "un primo banco di prova".