MILANO – “A Milano non c’è abbastanza offerta, né di taxi, né di Ncc (noleggio con conducente, ndr): serve una riforma del settore”. A dirlo è Andrea Giuricin, docente di Economia dei trasporti dell’università Milano-Bicocca.
Quali sono i numeri della Lombardia?
“Abbiamo 5.800 licenze di taxi e un migliaio di Ncc. Nella regione di Madrid ci sono 16mila taxi e 9.000 Ncc, che lavorano su più turni. L’offerta in Lombardia è carente. Non dimentichiamo che abbiamo un 50% in più di popolazione e che Milano è molto attrattiva per il business, comparto che usa spesso i taxi”.
Gli utenti sono penalizzati?
“L’ha detto anche la Corte Costituzionale l’estate scorsa, interpellata sul tema Ncc: si viene a ledere il diritto di mobilità dei cittadini con questa carenza”.
Bastano le 450 licenze in più previste per Milano?
“È un passo nella giusta direzione, ma non è sufficiente. La riforma dovrebbe essere fatta a livello nazionale e comprendere gli Ncc per fare sì che l’offerta si adegui alle domande, con nuove autorizzazioni, senza vincoli, ma con un esame da superare: in Francia solo il 65% lo supera, ma abbiamo 40mila Ncc solo a Parigi. C’è tanto turismo, ma taxi e Ncc sono sei volte tanti rispetto a Milano. Nei prossimi mesi avremo enormi problemi nel trovare un taxi libero”.
Non sono mancate tensioni tra tassisti e autisti di altre piattaforme: aumentare l’offerta aiuta o rischia di acuirle?
“La tensione è più che altro per il cittadino, che fa fatica a trovare i servizi di mobilità necessari”.
È già successo che lo stesso utente chiamasse entrambi i servizi per trovare un mezzo...
“Infatti, e anche questo crea tensioni. Il problema dell’offerta è serio e va risolto con una riforma complessiva. Io comprendo che i tassisti non siano d’accordo perché il valore delle licenze tende a scendere: il problema è di chi ha dovuto pagarle tantissimo. Ma una riforma seria darebbe l’opportunità di avere abbastanza offerta per tutti”.
Guardando le infrastrutture e il traffico, c’è spazio di manovra? Non si rischia di restare intrappolati in coda?
“Lo spazio c’è. Aumentando l’offerta i costi si ridimensionano: da noi i costi delle piattaforme sono più alti rispetto ad altri Paesi perché il parco macchine è ridotto. I prezzi degli Ncc sono più elevati rispetto ai taxi. A Parigi il prezzo medio è del 30-35% più basso. E questo porta a utilizzare meno l’auto privata. Anche diecimila Ncc sarebbero un falso problema”.
Quanti taxi e Ncc servirebbero in più a Milano?
“Difficile dire un numero e ci sono altre città che necessitano di adeguamenti, penso a Bergamo e al suo aeroporto da 17 milioni e mezzo di passeggeri l’anno. Ma siamo nell’ordine di grandezza di diverse migliaia”.
Che fare sul tema sicurezza?
“È importantissimo. L’esame per l’autorizzazione serve anche per quello. La tecnologia gioca a favore delle piattaforme: sei tracciato, per qualsiasi problema puoi inviare una segnalazione. Vale sia per l’utente che per il guidatore”.
Hanno senso le limitazioni che sono state imposte agli Ncc?
“Quello del rientrare in rimessa è stato affossato da tempo. Anche l’obbligo dell’attesa dei 20 minuti tra una corsa e l’altra è stato sospeso dal Tar. Erano poco logici oltre a voler distruggere il settore: già ne mancano, che senso ha bloccarli così”?