Ergastolo per Aurelio Galluccio, il 65enne che dopo anni di violenze uccise a coltellate l’ex moglie Adriana Signorelli. Carcere a vita e nessuna attenuante, dopo che una perizia psichiatrica ha attestato la piena capacità d’intendere e di volere dell’assassino al momento dell’omicidio. "Se sono dispiaciuto per quello che ho fatto? Di più... io sono... morto" aveva detto Galluccio nel corso dell’interrogatorio davanti alla Corte d’assise, aggiungendo che però non ricordava nulla ("c’è un buco nella mia mente... mi ero drogato...") salvo che (parola sua) lei lo tradiva.
Ieri la Corte dopo una breve camera di consiglio ha accolto la richiesta del pm Monia Di Marco, riconoscendo alle parti civili rappresentate dagli avvocati Giada Andriolo e Dario Trovato un anticipo di risarcimento danni di 50 e 100 mila euro per madre e figlia della vittima.
Un anno fa, dopo l’ennesima discussione in casa della sua ex consorte, Galluccio prese un coltellaccio e la ammazzò. Fu il primo omicidio da “codice rosso“ in città, cioè dopo l’entrata in vigore delle norme che accelerano la procedure e i tempi in caso di denunce per reati contro donne e minori. E Adriana, la vittima 59enne, quattro giorni prima di essere uccisa aveva proprio presentato denuncia per le ripetute minacce dell’ex .
La donna venne subito ascoltata dalla polizia su delega del pm di turno e le venne consigliato di allontanarsi da casa e di andare a vivere dalla figlia, ma non lo fece, ma comunque non si arrivò ad alcuna misura nei confronti del marito, già entrato ed uscito dal carcere più volte negli anni. Mancò il tempo di riuscire ad evitare il peggio, si “difesero“ i magistrati.
Davanti alla Corte (presidente Ilio Mannucci Pacini), Galluccio ha spiegato che dopo aver commesso l’omicidio voleva morire pure lui andando a sbattere con la macchina contro il muro sottocasa Un’azione che invece i poliziotti intervenuti sul luogo interpretarono come un tentativo di investimento ai loro danni.
Nel novembre 2018 l’uomo aveva già rischiato di far saltare il palazzo dove abitava la ex con la sua bombola d’ossigeno (che ha sempre con sé per problemi respiratori) quando aveva incendiato la porta dell’appartamento della moglie.
Qualche anno prima, Galluccio era finito in carcere per maltrattamenti in famiglia, ma Adriana proprio non riusciva a tagliare definitivamente i ponti con lui. Era stata la "disponibilità estrema" della donna - aveva scritto il gip Maria Vicidomini nell’ordinanza cautelare - ad "aiutare" quel marito, da cui si stava separando senza mai riuscire davvero ad allontanarlo dalla sua vita, ad esserle "purtroppo fatale". Quando Galluccio era uscito dal carcere "circa due anni fa - ha raccontato a verbale la figlia della vittima - inizialmente sembrava essersi tranquillizzato ma dopo pochi mesi" è successo "l’ennesimo episodio violento". Accoltellò, infatti, "al fianco mio fratello" e tornò in carcere e poi uscì ancora. Così un anno fa, nella notte fra il 31 agosto e il primo settembre, il tragico epilogo sembrò a tutti quasi naturale.
Mario Consani
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