NICOLA PALMA
Cronaca

Carabiniere “finto malato” per 433 giorni, telefonate e prelievi lo incastrano: risarcirà 47mila euro alla Difesa

Nel mirino dei magistrati contabili è finito un maresciallo di Monza. “Simulato il mancato recupero da traumi”. Accertati viaggi in Sicilia e pranzi nei centri commerciali

Una delle contestazioni al carabiniere è un pranzo nel centro commerciale di Arese

Una delle contestazioni al carabiniere è un pranzo nel centro commerciale di Arese

Milano – Più di un anno in malattia. In due tranche da 225 e 184 giorni a cavallo tra 2020 e 2021. Totale: 433 giorni a casa. Assenze ingiustificate, per la Corte dei Conti, che ha sentenziato che il militare di 55 anni, maresciallo della Compagnia carabinieri di Monza, non ha svolto il servizio pur essendo consapevole che le sue condizioni fisiche gliel’avrebbero consentito. Così il collegio presieduto da Antonio Marco Canu lo ha condannato a risarcire al Ministero della Difesa e al Comando generale dell’Arma i 46.798,70 euro di stipendi illegittimamente percepiti nei periodi finiti sotto la lente.

Secondo le accuse della Procura, che hanno preso le mosse dagli esiti di un’indagine interna, il militare ha goduto dal 17 giugno 2020 al 27 gennaio 2021 di 225 giorni di assenza per malattia, durante i quali, però, “l’esame dei tabulati e l’analisi delle transazioni bancarie consentivano di accertare che aveva effettuato continui spostamenti, non rispettando le fasce di permanenza domiciliare”. Di più: “La condotta illecita è stata reiterata dall’8 giugno 2021 all’8 dicembre 2021, per complessivi 184 giorni di assenza per malattia, durante i quali il militare effettuava nuovamente spostamenti non autorizzati”. Dal punto di vista penale, il procedimento si è concluso con l’ammissione alla messa alla prova del maresciallo con risarcimento di 626,65 euro, pari al pagamento delle sei giornate (tra il 18 novembre e il 6 dicembre 2021) per le quali l’uomo ha ammesso che, pur essendo collocato in malattia, si era “allontanato dalla propria abitazione per adempiere a incombenze urgenti di carattere privato riguardanti le figlie”.

Per i magistrati contabili, i giorni da contestare sono molti di più, esattamente 433, sulla base dell’inchiesta che ha messo in fila le celle telefoniche agganciate fuori dal Comune di residenza, i dati della carta di credito sull’acquisto di “beni non di prima necessità” (anche nei centri commerciali di Lissone, Arese e Carugate) e i viaggi in Sicilia (ad agosto e novembre 2020) e in Puglia (il 28 agosto 2020). Inoltre, la Procura ha depositato una consulenza medico-legale datata 2022, che ha stabilito che i traumi contusivi che hanno portato per tre volte il militare in pronto soccorso non erano compatibili con “postumi a distanza”. Nonostante questo, l’uomo “ha prodotto fogli firmati da sanitari di fiducia, con importanti prolungamenti di malattia”; fogli che, per il perito, “non possono in alcun modo assurgere a dignità di certificazioni, costituendo semplici affermazioni apodittiche dei colleghi”. Conclusione: “Le lesioni diagnosticate – in assenza di complicanze, che nella fattispecie non sono documentate – sono venute a stabilizzazione in un lasso temporale ampiamente inferiore a quanto richiesto”.