Luca Zorloni
Cronaca

Energia, tutti vogliono il mini-idro: Apre la prima centrale dentro Milano

La sperimentazione sul Lambro: elettricità verde per 1.300 persone

IN FUNZIONE Marco Bissi della Bissi holding di Sondrio indica il nuovo impianto di mini-idroelettrico lungo il Lambro a Milano

Milano, 29 maggio 2015 - Ha acceso i motori da pochi giorni la prima centrale idroelettrica dentro la città di Milano. Succede dalle parti di Crescenzago, dove il fiume Lambro fa un salto quasi invisibile, di 2,1 metri. Ma sufficiente per muovere tre turbine e dare energia pulita a circa 1.300 persone. L’impianto è quello che in gergo tecnico si chiama mini-idroelettrico, ossia centrali con una potenza tra i 20 e i mille chilowattora. Tramontata l’epoca delle grandi dighe, le cui concessioni vengono prorogate in assenza delle norme attuative per intervenire sui rinnovi, i produttori di energia rinnovabile si sono spostati sui piccoli corsi d’acqua, in montagna e in pianura. Una cascatella è sufficiente per muovere le ruote di un mulino o di una turbina e, di conseguenza, generare elettricità. In pochi anni le centrali taglia «small» sono diventate la nuova frontiera dell’idroelettrico. Solo nei primi sei mesi dello scorso anno, secondo le richieste di autorizzazione registrate dal Gestore dei servizi energetici (Gse), spa controllata dal ministero dell’Economia, in Lombardia sono partiti 19 nuovi impianti di mini-idro.

Si sommano ai 37 avviati nel 2013, quando a livello nazionale c’è stata «una crescita del 13% nel numero di impianti mini-idro sotto un megawatt», spiega Giancarlo Giudici, docente del Politecnico di Milano e specialista del settore. Finora le centraline erano spuntate in campagna. Tuttavia, lo spettro di ricerca di nuovi salti si è allargato alle città, come dimostra l’impianto di Milano, stretto tra la tangenziale est e la linea della metropolitana. Le tre turbine, nello specifico viti di Archimede (made in Lecco, dalla Enerca, permettono ai pesci di nuotare nel fiume) generano una potenza massima di 200 chilowattora, fino a un milione e 300mila in un anno. «Sono i consumi di 371 nuclei familiari», spiega Marco Bissi, presidente della società proprietaria dell’impianto, la Bissi holding di Sondrio.

Quello di Crescenzago è un progetto pilota di mini-idro urbano: l’azienda valtellinese ne costruirà altri due, uno vicino all’aeroporto di Linate e uno in Brianza. L’investimento della centrale milanese è di «1,4 milioni di euro – spiega il presidente – ci si rientra in 8-9 anni». L’energia prodotta «24 ore su 24, 365 giorni all’anno», precisa Bissi, perché l’acqua scorre sempre nel fiume, viene pagata dal Gse con una tariffa omnicompresiva anche degli incentivi di 0,219 euro per ogni chilowattora (kWh) immesso dagli impianti tra 20 e 500 kW e di 0,155 euro per quelli tra 500 e 1.000 kW per vent’anni. «I fiumi italiani sono pieni di piccoli salti, c’è spazio per nuovi impianti», osserva Bissi. Tanto che «nei bandi per le centrali fino a un megawatt la richiesta è doppia rispetto a quelli di potenza superiore – osserva Giudici –. Tutti vogliono fare il mini-idro».

luca.zorloni@ilgiorno.net

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