Razzante*
Per proteggere più efficacemente i minori in Rete è necessario disciplinare il loro ingresso nell’oceano virtuale, anche verificando la loro età. Per questo nei giorni scorsi l’Autorità per le garanzie nelle comunicazioni (Agcom), al termine di una consultazione con istituzioni, associazioni di categoria e di consumatori e piattaforme di condivisione video e con il parere favorevole del Garante della privacy, ha approvato uno schema di regolamento che stabilisce in concreto cosa occorre fare per accertare la maggiore età degli utenti dei servizi digitali.
I minori hanno diritto a un livello più elevato di protezione dai contenuti che potrebbero nuocere al loro sviluppo fisico, mentale o morale e dunque c’è bisogno di maggiori controlli. Le maggiori responsabilità, come è giusto che sia, ricadranno sulle piattaforme online, che saranno obbligate ad adottare misure adeguate e proporzionate per garantire standard rassicuranti di tutela della vita privata, di sicurezza e di protezione dei minori, anzitutto con meccanismi affidabili di verifica dell’età e di controllo parentale. Inoltre i minori dovranno essere messi in condizione di segnalare agevolmente abusi o di richiedere sostegno in casi di pericolo. Il nuovo regolamento Agcom introduce un doppio anonimato e l’intervento, per la fornitura della prova della maggiore età, di soggetti terzi indipendenti certificati, che avranno libertà di valutazione dei principi che devono essere applicati alle operazioni di verifica e saranno chiamati a rispettare anzitutto il valore della privacy. Ad esempio il trattamento dei dati personali come quelli d’identità, l’immagine o il video del minore sono tutte informazioni da proteggere in maniera rafforzata. Inoltre bisognerà prevenire attacchi informatici e dunque potenziare le misure di sicurezza delle piattaforme.
*Docente di Dirittodell’informazioneall’Università Cattolica