GIAMBATTISTA ANASTASIO
Cronaca

Minori non accompagnati: dal Governo 15 milioni per l’accoglienza in città

Oggi sono 730 i ragazzi senza famiglia al seguito

Un'immagine di repertorio di giovani (Newpress)

Milano, 18 giugno 2017 - Quindici milioni di euro per gestire al meglio il fenomeno dei profughi minorenni che approdano sulle coste italiane e da qui in città senza essere accompagnati da genitori o parenti. A garantire i fondi è lo Stato, che ha deciso di includere nel «Sistema di protezione per richiedenti asilo e rifugiati» (Sprar) anche i piccoli migranti senza famiglia al seguito, fino ad oggi presi in carico dai Comuni. A gestire i fondi sarà Palazzo Marino. Per questo la Giunta di piazza Scala ha appena approvato le linee guida della gara con la quale andrà alla ricerca di operatori disposti a garantire l’accoglienza dei minori stranieri. Il servizio partirà da ottobre. Quello dei minori non accompagnati è un fenomeno cresciuto negli ultimi dieci anni con un significativo aumento nel corso del 2014. Nel dettaglio, nel 2011 a Milano se ne contavano 314, l’anno successivo 365, nel 2013 il loro numero è salito a 497 unità, nel 2014 e nel 2015 si sono stabilizzati a quota 605 arrivi, nel 2016 c’è stato un lievo calo, 591 arrivi, mentre attualmente i minori stranieri non accompagnati in carico al Comune sono circa 730, una trentina dei quali ancora sistemati nei Centri di accoglienza straordinaria. Non è tutto: tra i piccoli migranti in arrivo sono raddoppiati in 5 anni quelli con fragilità sanitare fisiche e psichiche. 

Secondo quanto stabilito dall’esecutivo comunale nelle linee guida della gara, l’accoglienza sarà ripartita su 150 posti, 25 dei quali riservati a ragazzi vulnerabili con la definizione di progetti specifici e 10 a ragazze vittime di tratta. Dei restanti posti, 15 saranno dedicati a chi già è nel programma Sprar e prolungherà la sua permanenza di sei mesi. Cento posti infine saranno utilizzati per accogliere tutti gli altri minori stranieri non accompagnati, maschi, che rappresentano la maggioranza. Se prima arrivavano a Milano ragazzi tra i 16 anni e la maggiore età, preparati dalle famiglie ad andare lontano a cercarsi fortuna, istruzione e lavoro, oggi il fenomeno riguarda minori più piccoli (tra i 14 e i 16 anni, ma con casi anche tra i 10 e i 13 anni) obbligati a lasciare la propria casa anche in condizioni di fragilità fisiche e psichiche. Da qui la necessità di occuparsi di loro in modo più specifico anche alla luce della presenza di molti più soggetti vulnerabili, anche questi raddoppiati dal 2011 ad oggi, come anticipato. I soggetti cui sarà assegnato il servizio dovranno avere esperienza pluriennale e comprovata nell’accoglienza e assistenza di minori stranieri non accompagnati e, oltre ad assicurare vitto e alloggio dovranno predisporre percorsi di inclusione sociale, volti alla conquista dell’autonomia individuale. 

Come per gli adulti, anche per i minori il programma Sprar metterà a disposizione interventi specifici tra cui: mediazione linguistico-culturale, orientamento e accesso ai servizi del territorio, insegnamento della lingua italiana e inserimento scolastico per i minori, formazione e riqualificazione professionale, orientamento e accompagnamento all’inserimento lavorativo, abitativo e sociale e, infine, orientamento e accompagnamento legale. Le strutture proposte dai candidati alla gara per l’accoglienza dei ragazzi dovranno essere nel territorio della Città metropolitana di Milano ed essere nella piena disponibilità dell’operatore oltreché autorizzate per la funzione di accoglienza residenziale. Quello appena compiuto è un altro passo verso la definizione di un «Modello Milano» anche nella gestione dei migranti. Un modello che si regge pure sul patto siglato neanche un mese fa da 76 sindaci della Città Metropolitana che insieme hanno chiesto al Viminale mille posti per inserire nel progetto Sprar altrettanti migranti da individuare anche tra i minori non accompagnati. L’obiettivo è quindi quello di indicare una strada che vada anche al di là di Milano: trasformare il più possibile l’accoglienza nei grandi centri in percorsi in luoghi più appropriati e diffusi.

giambattista.anastasio@ilgiorno.net